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Domenica, 15 Maggio 2016 16:21

La luce della carità nel Portico di Galla: Aspettando il 28 Maggio

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GallaE’ intorno ad un antico portico che ha inizio uno dei primi culti mariani a Roma. Come nel portico del Tempio di Gerusalemme gli Apostoli si ritrovavano per l’annuncio del  Vangelo e la preghiera, così, nel portico di Galla, nobile romana, si ripete l’evangelico intreccio fra carità e preghiera, servizio e annuncio della misericordia di Dio.
A testimonianza di ciò, una piccola icona della Madre del Signore, conservata nell’attuale Chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli. 
La storia di questa immagine è un convergere di devozione popolare e vicende sociali che coinvolsero  Roma dal VI secolo fino ai nostri giorni.
Il culto della prodigiosa icona di S. Maria in Portico, è strettamente legato alla patrizia romana S. Galla, discendente della famiglia dei Simmachi e degli Anici. A queste origini sono da ricondurre le prime tradizioni sull’apparizione della Vergine e la relativa  costruzione del santuario, nel portico dei Gallatidi, per mano del Papa Giovanni I.
Il  portico, a detta degli storici, era situato tra il Campidoglio, il Teatro di Marcello tra i “Fori minori” Boario e Olitorio, zona frequentata dai mercanti greci che vi praticavano il culto della dea Cibele:  Mèter Theòn (madre di tutti gli dei). Su questo sostrato pagano, come è tipico a Roma, il misterioso disegno di Dio, fece fiorire il culto alla Meter Theoù (Madre di Dio), titolo che la fede della Chiesa aveva sancito nel Concilio di Efeso (431).
Il racconto dell’apparizione e del successivo culto, ci sono stati trasmessi da testimonianze conservate nell’Archivio Vaticano e dalle fonti raccolte nell’Archivio di S. Maria in Campitelli.
Il 17 luglio del 524, mentre Galla accoglieva a mensa dei pellegrini, apparve prodigiosamente, portata dagli Angeli, una piccola immagine della Madre di Dio accompagnata da luce celestiale. Fu informato immediatamente dell’accaduto il Papa Giovanni I, che vi accorse, consacrò in chiesa il  portico di Galla  e ripose l’icona in un piccolo trofeo, una sorta di tempietto-ciborio. 
E’ verosimile che nel portico di Galla, dopo il prdigioso evento della luce divina apparsa in quel luogo, alcuni diaconi o presbiteri romani (angeli), mostravano ai pellegrini giunti a Roma, per venerare le tombe degli Apostoli, un immagine della Madre di Dio; in seguito venivano accolti e nutriti dalla nobile Galla. Certo, qualcosa di straordinario, segnò l’accorrere del Papa e la definitiva consacrazione del portico in santuario.
Il papa Gregorio VII (1073-1086), riconsacrò il precedente santuario e su di un altare pagano, dedicandolo a Cristo e alla sua Vergine Madre, scrisse queste parole: “Septimus hoc presul, romano culmine fretus - Gregorius templum Christo sacravit in aevum”.
Nel 1601 il piccolo santuario venne affidato a S. Giovanni Leonardi e ai suoi figli, i Chierici Regolari della Madre di Dio che ne accrebbero il decoro ed alimentarono nel popolo il culto alla Vergine del portico ormai quasi estinto. 
Nel febbraio del 1656, una terribile peste si diffuse su tutta Roma e l’Italia Meridionale. Per scongiurare il morbo il popolo romano si recò in massa per supplicare la Madre di Dio, che stando alle antiche memorie, più volte aveva liberato Roma dalla peste. Diverse testimonianze riferiscono di interventi prodigiosi sin dal tempo di Giovanni I, Gregorio Magno, Gregorio VII e Urbano VIII. L’accorrere numeroso del popolo romano, ispirò il Senato e i Conservatori capitolini ad emettere un solenne voto, con la promessa di costruire un nuovo santuario. Il voto e la decisione di edificare la Chiesa furono ratificati dal papa Alessandro VII che diede inizio alla fabbrica dell’attuale santuario di Campitelli incaricando Carlo Rainaldi per la progettazione. In quella circostanza il papa attribuì all’immagine il titolo di Romanae  Portus Securitatis. 
La comunità cristiana di Roma è riconoscente a Dio per questo dono impareggiabile  e da sempre manifesta la sua devozione e il suo affetto filiale,  a Colei che immagine della Chiesa, guida tutti noi verso suo figlio: Porto di sicura speranza.
 

 

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