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Venerdì, 27 Maggio 2016 13:50

Il Vescovo Cerrato conclude i cinquecento anni della nascita di San Filippo Neri

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CerratonNS“L’arte di pescare le anime”. San Filippo Neri ne fu maestro sapiente e generoso. Con questa immagine che riflette la vocazione dei primi discepoli del Signore, il Vescovo di Ivrea Edoardo Aldo Cerrato ha celebrato una solenne Eucarestia nella Chiesa della Vallicella per la conclusione delle celebrazioni giubilari in occasione dei cinquecento anni dalla nascita del santo compatrono di Roma. “oggi ho la gioia di dire a Padre Filippo tutto l’affetto che abbiamo per lui, nella convinzione che nei Santi – diceva il B. Charles de Foucauld – «noi contempliamo Gesù Cristo la cui contemplazione ha riempito la loro vita» e che 'tra il Vangelo e le vite dei santi – come afferma san Francesco di Sales – non passa maggior differenza di quella che passa tra una musica scritta e una musica cantata'.
Tutta la vita di Filippo – laico per trentasei anni e prete per i restanti quarantaquattro – testimonia che egli ha vissuto da discepolo del Signore: nella ricerca della vera sapienza di cui ci ha parlato la I Lettura; nella santa letizia a cui l’Apostolo ci ha invitati; nella comunione del tralcio che 'rimane nella vite' e grazie a questo ‘rimanere’ porta ‘molto frutto’, come Gesù ci ha detto”. Riprentendo alcuni tratti biografici del Santo ha invitato i fedeli a: “tornare oggi sulla soavità di Filippo, sintesi di forza e di tenerezza, ricerca della verità nella carità, frutto di personale impegno di santificazione. «Era amorevolissimo – attesta chi lo conobbe – e dolce nel conversare, con tutti, tanto con grandi come piccoli, et ciascheduno che li parlava una volta, desiderava seguitare il suo conversare. Et quando li veniva qualche afflitto, o persona che avesse qualche adversità, lo mandava tutto consolato; et sentiva molta afflizione de’ travagli de altri. Era humilissimo con tutti et non voleva che le porte stessero serrate, né che si dicesse: ‘Philippo riposa’ o ‘è retirato’. La sua ricca personalità umana era abitata da una realtà che Filippo sempre considerò il suo “segreto”: il suo cuore abitato, in modo singolare, dallo Spirito Santo ricevuto in una forma straordinaria, ancora laico, nelle catacombe di S. Sebastiano”.
Così in questo anno nel quale Papa Francesco riconduce la Chiesa alle sorgenti della misericordia, ribadisce il Vescovo Cerrato: “Il ministero della Riconciliazione fu per Padre Filippo il vero campo di apostolato nel quale gli giovarono sicuramente ‘le doti caratteristiche della sua personalità, l’attrattiva singolare che su tutti fa presa, il suo calore umano, la sua mitezza e soavità, la sua costante allegrezza e serenità, la squillante festività che rivestiva ogni suo gesto’; e la Confessione si sviluppava, perciò, quasi naturalmente, in un dialogo che diventava vera e propria direzione spirituale”.
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