Hanno atteso dopo una pioggia fragorosa davanti al Santuario mariano di Campitelli numerosi fedeli, moltissime famiglie del movimento dell’amore familiare la statua pellegrina della Madonna di Fatima. Il volto pacifico e disarmante della “bella Signora”, ha attraversato l’antica piazza romana e le colonne del tempio dedicato alla Madre di Dio che da secoli protegge Roma. All’altare dopo l’omaggio del parroco e dei sacerdoti presenti, le famiglie con i bambini si sono raccolte sotto la protezione di Maria. Le rose bianche portate dai più piccoli hanno tracciato il candore e la preghiera rivolte a Maria per tutte le famiglie della terra e per questa umanità divisa da guerre e discordie. L’umano può ritornare a quel candore se accoglie con coerenza la conversione del cuore. Oggi la memoria della “Bianca Signora di Fatima” a cento anni dall’apparizione dell’Angelo, ripropone questo messaggio che è “appello alla conversione”, ha affermato il Vescovo Angelo De Donatis ausiliare di Roma. Maria ci porta attraverso la Parola del suo Figlio: “Il cibo solido della Misericordia divina”. Il peccato fondamentale dell’uomo che si ripropone in ogni stagione dell’esistenza umana, ha la sua origine in quella “idolatria” che affascina: “Il vitello rappresenta- ha proseguito Don Angelo- Dio come lo immaginiamo, o come lo vorremmo noi. Ma egli risponde alla nostra sete di idolatria rivelando il suo vero volto che perdona e salva”. Di conseguenza, non si può non cambiare vita davanti a questo appello che diventa esplicito nella parabola lucana della misericordia divisa in tre atti. I tre personaggi il pastore, la donna ed il padre: “Escono incontro a ciò che hanno perduto”. In effetti, anche il ricordo spaziale ha una sua dinamica simbolica: “Il Pastore cerca fuori; la donna cerca dentro, il padre sulla soglia cerca fuori e dentro. Si è ritrovati nel momento in cui - conclude Mons. De Donatis - si ritrova la propria “vocazione di figli”. “Quanto è triste vivere in una casa da servi e non da figli ed è possibile anche oggi perdersi dentro la Chiesa, dentro le nostre comunità, dentro le nostre famiglie, se si vive una relazione con Dio e con i fratelli a livello servile”. L’appello alla conversione proposto dal messaggio di Fatima e la preghiera per i peccatori , diventa per ogni discepolo di Gesù: “Quel fuoco che ci brucia nel petto”.