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Martedì, 28 Maggio 2019 15:13

I Servi di Dio Cosimo ed Anna apripista per portare il Vangelo della Carità

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vinceLa prossima conclusione del Processo Diocesano di Canonizzazione dei Servi di Dio Cosimo Berlinsani e Anna Moroni interpella le istituzioni che ne custodiscono oggi la memoria e ravvivano nel popolo di Dio la fama di santità. Abbiamo chiesto a P. Vincenzo Molinaro Rettore Generale dell’Ordine della Madre come è accolta questa tappa ecclesiale e carismatica nel cammino della famiglia religiosa.


Ci separano secoli dalla morte dei Servi di Dio Cosimo ed Anna quale modello ecclesiale e proposta pastorale possono comunicare alla Chiesa del nostro tempo?

E’ vero che sono passati quattro secoli, ma la Comunità cristiana è abituata ai tempi lunghi. P Cosimo ci lascia un esempio limpido, cristallino di una pastorale attenta agli ultimi, mentre si prende cura della liturgia, mentre partecipa attivamente alla vita della sua comunità religiosa. Non si estranea da essa mentre dedica tempo e intelligenza all’Istituto che va prendendo forma e stabilità. Mettere insieme la normale attività pastorale, quella della catechesi ai fanciulli con un’opera grande, questo è l’orizzonte di P. Cosimo. Perché non deve essere il nostro orizzonte? Madre Anna, ha sviluppato una maternità spirituale di forte presa e di immensa bellezza a partire dalla contemplazione di Gesù Bambino. Portare l’umanità di Gesù nella nostra maternità spirituale, vuol dire sviluppare quella sensibilità e capacità che ci consente di cogliere ogni bisogno dei giovani, delle donne. E’ la vita di Cristo presente e attiva che con naturalezza germina intorno a noi. Se ci sentiamo padri e madri dei bambini, dei poveri, degli ultimi, dei migranti, allora sbocceranno iniziative meravigliose.

Papa Francesco ricorda una “santità della porta accanto”. Quali tratti di semplicità evangelica sono riconoscibili nei servi di Dio?

La felice espressione di Papa Francesco traduce una prassi secolare della chiesa e di alcuni suoi membri in particolare. P. Cosimo non si è allontanato da Roma, e neppure Madre Anna, ma nessuno dei due ha lasciato inevasa una sola richiesta o un grido d’aiuto di un povero. Anzi non si sono contentati di offrire il classico pane all’affamato, ma hanno creato una struttura per il benessere fisico e spirituale delle persone. Anche oggi, come quattro secoli fa, P. Cosimo e Madre Anna sono pronti a dare ascolto, calore, sostegno.

La vita consacrata è chiamata a coniugare continuamente la contemplazione con l’azione  quale aspetto dei servi di Dio oggi è possibile proporre alle comunità religiose?

P. Cosimo certamente ha respirato il carisma del nostro Fondatore, San Giovanni Leonardi, quando lavora di giorno e prega di notte e quando scrive che non si deve scindere la vita spirituale dalla attività pastorale. Un messaggio davvero attuale, oggi un po’ contrastato dai due lati. Un certo spiritualismo che nasconde la pigrizia e forse il timore di evangelizzare, dall’altro una attività senz’anima, come se il messaggio cristiano potesse germinare senza la preghiera, la penitenza. La comunità religiosa comincia la mattina presto con la preghiera comune, impegnandosi perché sia fatta bene, una bella preghiera e poi risponde alla chiamata dei fratelli, dei poveri con l’impegno pastorale e lavorativo, sostenuti dalla preghiera del mattino. Tre parole: preghiera, attività, comunità.

Le giovani generazioni chiedono di essere ascoltate e accompagnate. Come i servi di Dio si fecero promotori ed educatori dei giovani?

Bisogna guadagnarsi la fiducia delle giovani generazioni. Ci hanno visto troppo spesso persi dietro ai formalismi. Troppo trascurati i giovani, a cominciare dalla loro famiglia. Ci sono sembrati troppo irriverenti o rivoluzionari, comunque difficili. E’ indispensabile ritornare sui nostri passi, fare la strada con loro e quindi accompagnarli con umiltà e disponibilità, dando loro più esempi che insegnamenti teorici. Certo facendo loro delle proposte adatte alla loro età e anche usando gli stessi strumenti. Penso alla musica, ma non solo. E poi aprendo loro gli orizzonti. Ricordo le foto che ci hanno inviato i giovani cileni e colombiani da Panama, intorno a Papa Francesco durante la GMG. Così ritrovano l’entusiasmo della loro età.

Si conclude l’indagine diocesana e le Cause passeranno al vaglio della Congregazione dei Santi. Come promuoveranno gli istituti la loro conoscenza e fama di santità?

Dopo questo grande lavoro della raccolta dei documenti, oggi è più che naturale un impegno straordinario per diffondere ancora di più la conoscenza dei Servi di Dio. P. Cosimo e Madre Anna saranno i nostri apripista per portare la parola definitiva del Vangelo, la carità. Non importa quanto tempo sia passato dalla loro morte, sappiamo che essi vivono in Dio ma vivono anche nella ammirazione che suscitano e nello stimolo che danno alla nostra carità. L’attenzione all’ultimo, oggi ancora la sensibilità verso la condizione femminile ci viene facilitata da questi campioni di una carità diretta, fatta ogni giorno, senza clamore, ma senza stancarsi. Stampa, media, congressi? Tutti gli strumenti vanno usati per suscitare devozione e più ancora per suscitare servitori del vangelo e dei poveri.
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