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Domenica, 09 Febbraio 2020 13:03

Settimana mariana a Napoli: “Maria forma del discepolo”

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Settimana mariana a Napoli: “Maria forma del discepolo” Parrocchia Campitelli

“Maria custodiva e meditava nel suo cuore tutti gli avvenimenti che accadevano intorno a lei. Possiamo trovare in questo riferimento lucano, la ‘forma’ o lo ‘stile’ con cui Maria ha vissuto il suo essere Madre e Discepola del Verbo incarnato”. Così, ha concluso sabato 8 febbraio i suoi interventi P. Davide Carbonaro, durante la Settimana mariana celebrata nel santuario parrocchiale di Santa Brigida a Napoli, accanto all’immagine dell’Addolorata, venerata dai padri dell’Ordine della Madre di Dio e dal popolo napoletano per secoli. Quel manto, oscuro e mesto, che avvolge Maria, ha ricordato P. Davide: “E’ trapuntato di luce”. “La Madre di Dio è colei che ha atteso trepidante nella fede la resurrezione di suo Figlio, il crocifisso risorto”. Pertanto, in questo Anno mariano, i figli di San Giovanni Leonardi, guardano alla madre di Gesù, per ritrovare la “forma del discepolo”. In effetti, P. Davide, attraverso una rilettura dei primordi della famiglia leonardina e dello sviluppo di quella “architettura spirituale ed iconografica” con la quale i figli del Leonardi hanno perpetuato nel tempo, con sapiente creatività la sua opera mariana, ha sottolineato come il Fondatore, intese riformare la Chiesa, non aggiustando o semplicemente cambiando le situazioni contingenti, ma invitando con creatività e tenerezza evangelica a guardare Maria: Vangelo vivo che genera sempre suo Figlio nel cuore dei discepoli”. In questo contesto, si comprendono gli “Scritti spirituali” del Venerabile Cesare Franciotti, leonardino di prima generazione, che attraverso la sua “teologia affettiva” e la “metafora del viaggio devoto”, intese “visitare con il cuore e l’intelligenza della fede, come Maria, gli accadimenti della nostra salvezza”. Oppure  P. Ippolito Marracci, leonardino di seconda generazione, alto esponente delle teologia mariana del XVII secolo, che con le sua opera, intese puntualizzare la questione se Maria fosse o no preservata dal peccato originale. La questione trovò una definizione non ancora dogmatica, con il magistero di papa Alessandro VII, che accogliendo la riflessione del Marracci, intese definire l’oggetto della fede indiscussa del popolo di Dio a riguardo dell’Immacolata concezione Maria. La placata controversia teologica tra “macolatisti” ed “immacolatisti”, ebbe nell’edificazione votiva del tempio di Santa Maria in Campitelli a Roma, la sua espressione visibile e celebrativa. Nel nuovo tempio votivo, il Marracci ebbe senza’altro il compito di guidare la committenza iconografica della pala che celebrava il mistero dell’infanzia di Maria. Fu incaricato il napoletano Luca Giordano che dipinse la presentazione della Vergine Bambina non più al Tempio di Gerusalemme, ma alla Trinità che “predestinava” la piccola Maria preservata dal peccato originale, ad essere il vero Tempio del Verbo incarnato. Tali prospettive, ha concluso P. Davide,  non esauriscono la riflessione teologica e spirituale dei Chierici Regolari della Madre di Dio, ma vogliono essere un “cantiere aperto” per apprendere da Maria: “lo stile evangelico ed imparare da lei come si serve Dio con serietà ed i fratelli con tenerezza”.

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