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Mercoledì, 24 Giugno 2020 08:12

La Natività del Battista di Gaulli

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La Natività del Battista di Gaulli Foto Campitelli

La pala commemora la natività di San Giovanni Battista, profeta e precursore del Signore. Commissionata al pittore Giovan Battista Gaulli (Baciccio), su disegno del Contini, dal Cardinale Paluzzo Altieri, discendente della famiglia romana degli Albertoni, che possedeva il giuspatronato sulla cappella ricca di marmi policromi, situata nel transetto della Chiesa di Santa Maria in Campitelli a Roma. L’opera fu eseguita sotto il pontificato di Clemente XII negli ultimi anni del XVII secolo. Il bozzetto del dipinto è conservato presso l’Accademia Nazionale di San Luca.

Due ordini

Il dipinto rappresenta la scena della natività descritta nella pagina evangelica lucana. La scena si presenta in due ordini, quella superiore con l’esplosione della luce divina dello Spirito Santo circondato dagli Angeli  che aprono lo scenario celeste sulla parte opposta e speculare l’ordine terrestre rappresentato dalla scena di intimità familiare la nascita della vita. La luce celeste illumina la casa degli uomini anticipo del mistero di Dio che viene ad abitare la nostra umanità, eco della supplica profetica “se tu squarciassi i cieli…” .

Lo Spirito Santo

Lo Spirito Santo è il protagonista dei capitoli lucani dell’infanzia del Battista e di Gesù. E’ annuncio di quella Pentecoste che apre il ministero messianico del Signore e che continua con il ministero della Chiesa, anch’essa chiamata ad essere testimone dello Spirito del Risorto fino agli estremi confini della Terra.

Una doppia danza

I due ordini scenici quello celeste e quello terrestre il superiore e l’inferiore sono organizzati in modo da esprimere visivamente il ritmo della danza. Nel registro superiore quella angelica, nel corrispondente inferiore la danza dei protagonisti della scena evangelica. Il tema della danza nei racconti della natività del Battista appare fin dalla visita di Maria ad Elisabetta la quale esclama: “non appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo” Il dipinto oltre ad offrire il movimento scenico della danza riflette sul volto dei protagonisti la gioia, altra tematica che percorre i vangeli dell’infanzia.

I personaggi in primo piano

Cinque i personaggi in primo piano. Zaccaria alla sinistra del dipinto con gli occhi e le mani al cielo come un nuovo Mosè chiamato ad intercedere per il popolo. Dunque una posizione sacerdotale e di mediazione mentre si sciolgono le labbra rimaste inaridite dopo l’annunzio dell’angelo e ora pronte a pronunziare i magnalia Dei: “Giovanni, nascendo, rompe il silenzio di Zaccaria, perché non conveniva che il padre tacesse, alla nascita della voce… Oggi la voce del Verbo, scioglie la voce paterna…” (Tropario della Liturgia bizantina). Zaccaria in ebraico vuol dire “Dio si è ricordato” le promesse fatte ai Padri si compiono. Ancora in primo piano Elisabetta che con lo sguardo gioioso, conferma una per una le parole dello sposo. Ambedue ci dice Luca erano giusti. Sul grembo e sulle ginocchia come in un trono la figura del piccolo Giovanni Battista, germogliato dal grembo  sterile della madre. Il volto luminoso, è l’unico che si presenta verso di noi i fruitori dell’opera. Quel volto su di noi dice la vocazione consegnata nel nome di Giovanni in ebraico “Dio si è chinato su di noi”; “Dio ha fatto grazia”.  D’altro canto lo sguardo dello spettatore è naturalmente attratto dal piccolo che con gioiosa accondiscendenza sembra affermare. “io non sono quello che voi pensate!”, la mia nascita ne annunzia un’altra. In tutto questo, Giovanni è “lampada della Luce, raggio che manifesta il Sole”. Le altre due figure femminili circondano Elisabetta; a destra  la Vergine Maria che bacia la mano del Battista e conducendo la sua mano sul grembo indica  l’agnello di Dio che porta su di sé il peccato del mondo, il gesto di Maria anticipa quello del Battista, rappresentato nei due simboli della scena descritta dal quarto evangelista: l’agnello e la croce con le parole “ecce agnus”.  L’altra figura femminile è  una giovane domestica senza volto immagine di Israele che punta il suo sguardo su Zaccaria, il quale evoca nel suo inno la storia del popolo eletto: “Benedetto il Signore Dio d’Israele”. Le volute dell’abito di Elisabetta e quelle dell’inserviente sembrano rappresentare le onde impetuose del fiume Giordano (in ebraico il discendente) nel quale il Battista immergerà Israele per il battesimo di conversione nell’attesa del veniente. Tutte queste figure femminili sono simbolo della fecondità della Chiesa, il nuovo Israele già preconizzata nella nascita del Battista, nel dono dello Spirito che viene dall’alto a fecondare le acque del Giordano . Il vaso che appare tra l’agnello e la croce è icona del fonte battesimale ma anche il vassoio che conterrà la testa del Battista. Quell’onda fu sepolcro e madre ed il lavacro  amministrato da Giovanni, e solo annunzio di Colui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

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