Lo sguardo di una mamma incrocia quello di Maria. Il figlio, sta per essere condannato a morte in una delle vecchie piazze del Foro romano, arriva improvvisa la liberazione. Potenza degli sguardi materni che strappano a Dio l’impossibile. Ecco come la storia ci conserva gli inizi di Santa Maria della Consolazione al Foro. L’edicola mariana, protagonista degli eventi, fu incastonata dentro l’altare dell’attuale Chiesa consacrata il 3 novembre del 1470. Tanta consolazione Maria ha riservato per ammalati, poveri e pellegrini che hanno prolungato quell’iniziale e supplicante sguardo materno. Anche oggi, rimangono a fondamento: “La Fede, la Carità e la Consolazione con le quali Maria protegge e consola la nostra Città”, ha affermato il Cardinale Vicario Angelo De Donatis, sabato 7 novembre durante la Celebrazione Eucaristica per i 550 anni dalla Dedicazione del tempio mariano, situato ai piedi del Campidoglio. “Tutti abbiamo bisogno della consolazione di Maria- ha ricordato don Angelo- e come lei, è degno di Sapienza colui che sa vegliare”. Pensiamo alle notti insonni delle mamme dei malati. La Chiesa della Consolazione in questi ultimi tempi è un cenacolo di preghiera per gli ammalati di tumore che si affidano all’intercessione di San Lepoldo Mandic, umile cappuccino “amante del confessionale e della Direzione spirituale”. Così, “La vera Sapienza è frutto dell’umiltà e dell’intelligenza, qualità che occorre avere nel proprio bagaglio”, ha proseguito il Cardinale Vicario. Mentre, l’olio evangelico, possiamo custodirlo: “Nella cura del desiderio, che è la sete e la speranza di un incontro preparati nel tempo dell’attesa”.