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Domenica, 16 Maggio 2021 06:17

In quarantena con il Risorto

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Ci sono voluti quaranta giorni per sanare il cuore dei discepoli e aprirli alla gioia, tuttavia i racconti del Vangelo non nascondono per pudore l’incredulità dei suoi amici. Così, li aveva chiamati il Maestro  prima di morire e tali li riconosce ora,  donando loro la pace, non quella che dà il mondo, ma quella che cambia le sorti dell’umanità. Tornò cercandoli, come aveva loro insegnato nella parabola del pastore che va in cerca delle pecore smarrite. Su questa vertigine sono posti gli undici al termine delle quarantena in compagnia del Risorto.  Con gli occhi fissi in cielo e con i piedi saldi in terra. Tornerà! Esclamano gli uomini di luce, situati  a mezza strada tra il cielo e la terra, ma ora tocca a voi portare quel Vangelo che avete incontrato, la notizia buona che ha cambiato la vostra vita. In questo viaggio tra le piaghe dell’umanità, avranno a che fare con il male e con il suo autore, anche lui  tornerà a farsi sentire: “Vi ha abbandonato!”. Ma il serpente, quello antico, va preso con le mani, il calice della velenosa seduzione va bevuto, nella sicura certezza che non siamo noi da soli a combatterlo; il Risorto, sarà a nostro fianco, è confermerà la Parola con i Segni.  Non ci ha abbandonato, ci fa camminare con le nostre gambe, ci pone sull’abisso della nostra umanità perché con lui possiamo volare con ali d’aquila. Non un Dio stampella, ma un Dio che libera per amore e ci insegna a farlo con gli altri. La prima guarigione operata da Gesù nel Vangelo è quella del paralitico, lo imiterà Pietro, agli esordi dell’evangelizzazione, liberando lo storpio seduto alla porta bella del tempio. Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, avrà ricordato Pietro tra sé. Gesù va al Padre per portarci con lui, mentre noi restiamo sulla terra. Un anticipo d’amore, un pegno che illumina la promessa: Tornerò e vi porterò con me. Se ne va, ma rimane. Nel volto dei piccoli e dei poveri che sono il suo sacramento. Nei segni memoriali della sua presenza che ha lasciato nelle nostre fragili mani. Nel soffio dello Spirito che riempirà la terra strappandola dall’illusorio potere del maligno. Vieni Gesù, ripete la Chiesa Sposa al suo Sposo. Manda il tuo Spirito, perché l’uomo e la terra abbiano un volto ed un cuore rinnovati.

Davide Carbonaro

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