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Sabato, 12 Giugno 2021 15:10

La forza del poco

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Dio pose l’uomo in mezzo al giardino perché lo coltivasse e lo custodisse. Vocazione originaria che segna la storia di mani operose che si prendono cura. Così, l’uomo, è uscito dalle mani creatrici, un granello di polvere del suolo, riempito dal soffio dell’Eterno. La Parola, riporta continuamente questa iniziale scelta del Creatore. Non un astro splendente, o un animale maestoso preferì Dio come compagno di viaggio, ma l’uomo: piccolo frammento di operosa fantasia per dare senso e pienezza allo scorrere del tempo.  Se il corpo è l’abitazione provvisoria, la tenda che il misterioso viandante d’eterno riavvolge quando vuole; la nostra abitazione definitiva è proprio lui. A lui dobbiamo la gratitudine dei giorni d’esilio, scuola di libertà dove apprendere come scegliere, chi scegliere. Dio, nel tempo dell’umano esilio la sua scelta la fece, venendo ad abitare nella nostra fragile carne, germogliando nel seno di una Madre Vergine: “Amore, per lo cui caldo ne l’eterna pace così è germinato questo fiore” (Dante).  Gesù, figlio di Dio, appassionato di germogli, di chicchi profumati di terra. Le sue parabole, patrimonio dei piccoli e dei poveri, non dei dotti e dei sapienti, nascono da occhi che osservano il cielo e la terra. Sa bene che il contadino deposita la semente nel  terreno, ma il miracolo della moltiplicazione della vita e del frutto non dipende dal dormire e dal vegliare. La sua speranza è riposta in un Altro. In questo modo, Gesù parla del regno, ai suoi discepoli. Regno è parola ambigua, che si mischia con il potere, ancora più ambiguo. C’è chi rimano desto e veglia per conquistarlo. Per Gesù, il regno di Dio, quello del Padre suo, è nella esplosiva e feconda ricchezza del seme che dà tutto; che si lascia gettare nel terreno, con l’unico potere dato dalla speranza che genera il nuovo e la pienezza. Eccola la logica del regno intrisa di Vangelo. Essa non parte dal grande, ma dal piccolo, non chiede di avere tutto, ma di fidarsi del poco. In fondo, le parabole sono il Vangelo nel Vangelo. Parlano di Gesù: è lui il piccolo seme calato nel terreno, il granello di senape che diventa il grande albero nel quale l’umanità trova ristoro.

Davide Carbonaro

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