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Sabato, 04 Giugno 2022 14:15

Il Cenacolo in piazza

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“Stavano compiendosi”. C’è una pienezza che trasborda nella Bibbia. La rivelazione di Dio non è mai misurata, accademica, riservata. E’ imprevedibile: “all’improvviso”.  Stravolgente: “un vento impetuoso”. Abita, ma non ha mura che la contengono: “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. E’ lo stare insieme che costituisce lo spazio dell’azione di Dio. Questo accade anche a noi oggi che viviamo il compimento dei giorni del Santo, lo “spazio lieto” della sua gioia custodita nei cuori. E’ lo Spirito che non sappiamo da dove viene e dove va che ci trascina su strade nuove, ci butta nei sentieri della storia, ci trasforma in seme fecondo di speranza perché altri possano godere dei suoi  buoni frutti. Paolo li elenca come le fondamenta di un grande portico il quale lascia intravvedere l’orizzonte lontano e permette al vento dello Spirito di attraversarlo. “Lingue di fuoco”: lo Spirito appare così, scende così su quello sparuto gruppo di discepoli del Maestro di Nazareth e li trasforma da paurosi in gioiosi annunciatori, da traditori in portatori della speranza fino agli estremi confini della terra, da fuggitivi in camminatori sulle strade della storia.  Nell’unica lingua dell’amore: “ciascuno li udiva parlare nella propria lingua” lo Spirito “non parlerà da se stesso” ma farà accadere il Vangelo: “dirà tutto ciò che avrà udito” attraverso le parole e i gesti dei testimoni di ogni tempo. Il dono dello Spirito è la risposta che Dio dà alla domanda di Pilato: cos’è la verità. La Verità non pretende di dire tutto, ma di dare tutto. Ecco perché lo Spirito: “prenderà da quel che è mio e ve lo annunzierà”. Lo Spirito genera evangelizzati ed evangelizzatori, uomini e donne che mettono a disposizione della Chiesa la loro unicità, il loro modo di essere creativi e amati, coraggiosi e perseveranti nel bene. I quaranta giorni nei quali il risorto appare ai suoi non sono altro che l’eco di quel: era tutto vero, bisognava che il messia patisse per voi e per l’umanità. E ora quell’assenza è colmata dall’altro Paraclito, il promesso, lo Spirito di verità, che interviene con soavità e forza per generare cuori nuovi, nuovo entusiasmo. Quel discendere imprevedibile manda in confusione il mondo con le sue logiche e le sue false attese. La debolezza riempita di forza è il linguaggio nuovo di chi impreparato, ma amato, si trova in prima linea a vivere sulla sua pelle le sorprese dello Spirito.

Davide Carbonaro

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