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Sabato, 23 Luglio 2022 08:24

Invisibile agli occhi

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Uno è il Padre tre sono i pani. Cosa avrà visto quel discepolo che chiede a Gesù di insegnargli a pregare? La preghiera è invisibile agli occhi, ma i suoi effetti trasformano lo sguardo e il cuore. Insegnaci a pregare Signore! Un grido che sale dall’intimo. Un desiderio che sazia più del pane. Veramente la preghiera è il cibo che sostiene ed alimenta il cuore dell’uomo. Non è questione né di luogo, ne di numeri, ma di cuore. Perché l’intercessione di Abramo fu respinta? Perché non si trovarono neanche dieci giusti a sostenere con il cuore la sua preghiera. Nella tradizione rabbinica dieci uomini radunati insieme, costituiscono il numero sufficiente perché sia possibile l’orazione comune. Gesù supererà anche questo, affermando: Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Eccolo il motivo della preghiera: starci dentro, stare insieme, alimentare la comunione. Non è solo garanzia di perfezione, o vincolo per sostenere gli effetti del sacro. Pregare è come respirare, mangiare, amare. E’ il cardine della vita. Non ci sazierà mai, non si esaurirà la sua sorgente. Di alcuni santi si dice che divennero essi stessi preghiera. Luca, ci presenta Gesù che prega nella sua profonda relazione filiale. E’ il Figlio che si rivolge al Padre: prima ed ultima parola che troviamo nel terzo vangelo sulle labbra di Gesù. Tutta la sua vita e le sue scelte sono state segnate dall’intimo rapporto con la sorgente delle misericordie. Ecco come nelle petizioni del Padre nostro lucano, Gesù rivela chi è suo Padre. Il Nome manifestato a Mosè, desiderio e meta del cuore umano. La prossimità che scardina i ristretti confini dell’io, e apre gli orizzonti del Regno che è per tutti. Un pane da consumare non da soli, ma in comunione ogni giorno della vita. Colui che non ha debiti con nessuno se non quello dell’amore vicendevole. Un Padre fedele che non ti abbandona, quando tutti ti hanno abbandonato. Gesù sperimenterà questa parola sulla croce. La dirà con la preghiera dei giusti conservata nei Salmi. Con le sue mani crocifisse, nella solitudine totale, si abbandonerà nelle mani del Padre. La parabola che accompagna il testo lucano del Padre nostro, rende più chiaro il rapporto fiduciale e filiale. L’amico che viaggia di notte e chiede tre pani all’amico con insistenza, non chiede solo per sé, chiede anche per gli altri. Ecco la forza della preghiera che ottiene ciò che chiede non solo per sé, ma anche per gli altri. La novità del Padre nostro lucano sta nella domanda dello Spirito Santo, all’origine della figliolanza divina e vero protagonista di ogni nostra richiesta.

Davide Carbonaro

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