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Sabato, 08 Luglio 2023 15:54

Il peso dell’amore

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Poteva finirla lì Gesù la sua avventura messianica. Incompreso, le sue parole autorevoli, ma incontenibili. Un linguaggio che supera le formule dei rabbini del suo tempo. Non c’è posto  per i cesellatori della legge, i garanti dei diritti di Dio, i difensori di quanto lui non ha mai pensato. Gesù chiama Dio suo Padre e manifesta nei suoi confronti un’intimità inedita.  Chi può capire tutto questo? Solo chi spalanca gli occhi del cuore. E Gesù li aveva ben aperti. Sapeva di non cedere all’inganno e alle lusinghe di satana, sempre in agguato tra i cosiddetti sapienti di questo mondo. Fa appello ai piccoli. Non smette di posare il suo sguardo su di loro. Fin da quando sul monte delle beatitudini ha fissato la piccolezza del Regno, celebrandola nella felicità degli ultimi. Sono loro il veicolo della lode al Padre. Ti rendo lode Signore che hai nascosto queste cose ai dotti. Con i sapienti  Dio gioca a nascondino, con i piccoli fa discorsi da grandi, trattandoli da grandi. Comprendiamo in questo contesto le parole dette sul Battista, un grande agli occhi degli uomini, ma la misura del Regno è la piccolezza: Il più piccolo è più grande di lui. Ha acceso la meraviglia nei piccoli il Maestro di Nazareth, quella che non puoi controllare, quella che nasce spontanea,  perché ammaestrata dallo stupore della gratuità. E’ consolante quel venite a me! Non ci sono altre direzioni da percorrere. Venire a lui significa tornare ad essere discepoli e porre la propria dimora nel cuore di un Dio mite ed umile.  Un giogo è un giogo, qualcosa che ti imprigiona, che obbliga la direzione. Ma il peso di Gesù è dolce come la sua Parola; è penetrante come il suo sguardo puntato sul Padre. Sono inevitabili i pesi del quotidiano vivere,  ma l’unità di misura incomprensibile ad occhio umano,  è il peso leggero dell’amore.

Davide Carbonaro

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