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Le Rettorie

Visualizza articoli per tag: Parrocchia

Martedì, 13 Agosto 2024 21:48

Necrologio sig.ra Adalgisa Russo

La Comunità parrocchiale 
di Santa Maria in Portico in Campitelli 

è vicina al dolore di Padre Antonio Piccolo, 
Amministratore Parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, 
per la morte della sua cara mamma  

Adalgisa Russo 

e, assicurando preghiere di suffragio, invoca Dio Padre, 
ricco di misericordia, perché conceda ad Adalgisa 
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari. 

La celebrazione esequiale si svolgerà nella 
Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Gallipoli (LE) 
mercoldì 14 agosto alle ore 16:30.

 

Pubblicato in 2024
Sabato, 22 Giugno 2024 09:49

Solennità di San Giovanni Battista 2024

La vigilia della Solennità di San Giovanni Battista domenica 23 giugno ore 18:00, il Rettore Generale dei Chierici Regolari della Madre di Dio, Padre Antonio Piccolo, presiederà la Celebrazione Eucaristica nella Chiesa di San Giovanni Decollato, sede dell’Arciconfraternita della Misericordia. Al termine della Messa si svolgerà la tradizionale processione nel chiostro quattrocentesco e la benedizione e illuminazione delle tombe dei giustiziati. Nella giornata del 24 giugno dalle 9:00 alle 13:00 sarà possibile visitare la Chiesa, l’Oratorio ed il complesso dell’Arciconfraternita. L’ingresso sarà gratuito previa prenotazione su Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

locandina sgd24


Lunedì 24 giugno alle ore 17:30 l'Arcivescovo Vicegerente Baldo Reina presiederà la Messa della festa nella Basilica di San Giovanni in Laterano al termine della quale verranno presentate le linee guida del prossimo anno pastorale. L'accesso in Basilica è libero.

Lettera del Vicegerente

Pubblicato in 2024
Venerdì, 24 Maggio 2024 14:38

Corpus Domini con papa Francesco 2024

Nel pomeriggio di domenica 2 giugno 2024, alle ore 17:00, papa Francesco tornerà a presiedere la Celebrazione Eucaristica in occasione della solennità del Corpo e Sangue di Cristo alla quale seguirà la tradizionale processione del Santissimo Sacramento dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, passando da Via Merulana, che terminerà sul sagrato di Santa Maria Maggiore dove il Santo Padre impartirà la benedizione eucaristica.

L'Arcivescovo Vicegerente ha invitato a partecipare tutta la comunità ecclesiale di Roma. Sarà possibile ritirare i biglietti per partecipare alla celebrazione da lunedì 27 maggio presso la portineria del Vicariato in piazza San Giovanni in Laterano, 6.

In piena comunione ecclesiale, la Santa Messa parrocchiale sarà celebrata solo alle ore 10:00.

 

 Lettera dell'Arcivescovo Vicegerente

 

 locandina corpus domini 24

Pubblicato in 2024

Nella basilica lateranense l’ordinazione episcopale di Davide Carbonaro. «Ho servito e amato la Chiesa di Roma, mia madre; da lei parto per sposare la Chiesa che è in Potenza Muro Lucano e Marsico Nuovo. Sarò carne della sua carne e ossa delle sue ossa». L’amore come base sicura su cui fondare la propria azione pastorale e, insieme, meta del cammino. È questa la sintesi delle indicazioni che il cardinale Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, già vicario generale della diocesi di Roma, ha rivolto a padre Davide Carbonaro, dei Chierici Regolari della Madre di Dio, arcivescovo metropolita eletto di Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo, che proprio dal porporato è stato consacrato vescovo sabato sera, 4 maggio, in una gremita basilica di San Giovanni in Laterano. Conconsacranti monsignor Salvatore Ligorio, amministratore apostolico di Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo, e l’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice.

«Il vescovo è colui che per primo rimane nell’amore del Padre e il verbo rimanere indica una indissolubilità che abbiamo ritrovato anche nell’immagine dei tralci che rimangono nella vite e viceversa – ha detto infatti De Donatis, guardando al brano evangelico giovanneo della VI domenica di Pasqua -. Abbiamo bisogno di pastori che ci aiutino a “rimanere” in Dio, a porre le fondamenta su di Lui, a respirare il Vangelo», perché «la nostra Chiesa, oggi più che mai, vuole testimoni d’amore» e «il pastore è chiamato a far gustare al gregge la gioia piena, la gioia sovrabbondante di chi abita non solo con Dio ma in Dio». Essere radicato non equivale tuttavia a essere statico, anzi, «il pastore non sta fermo, è sempre in cammino, è chiamato ad andare, a confondersi con la vita delle persone per parlare non dal pulpito della chiesa ma per dare e ricevere testimonianza nella strada, nelle case, nella vita quotidiana, per portare così un frutto che sia duraturo», sono ancora le parole di De Donatis, che ha anche sottolineato come il vescovo «deve portare Cristo, mai se stesso».

Ancora, il monito del porporato al nuovo ordinato a «farsi guidare dalla Parola nel ministero di amore e servizio», rivolgendo un’attenzione speciale «ai piccoli, ai poveri, ai malati, ai peccatori e ai giovani, che sono l’oggi della Chiesa, la nostra speranza». E poi la cura dei sacerdoti: «Con loro abbi il gusto di rimanere in Dio, ascoltandoli e incoraggiandoli, in un cammino di corresponsabilità e di condivisione», sono le parole di De Donatis. Infine, l’invito a «suonare le campane», a dire, citando don Tonino Bello, che «il vescovo è colui che introduce la gioia nel cuore della gente», sapendo anche «dare la vita per gli amici», laddove è soltanto «Gesù che ci rivela il segreto della vera amicizia – ha chiarito De Donatis -: trovare Dio dappertutto». In virtù di questo speciale tipo di amicizia, allora, «il vescovo è colui al quale tutti diventano cari, anche se non sempre sarà facile perché pur distribuendo amore e accoglienza ti capiterà di trovare chiusura e rifiuti e così farai esperienza della croce – ha detto il cardinale rivolgendosi direttamente a Carbonaro -, ma nella preghiera potrai sperimentare che il bene donato non andrà mai, mai perduto».

Espressa la volontà di compiere il ministero a lui affidato davanti al popolo di Dio ed entrando così nel mistero della successione apostolica, dopo l’unzione crismale il nuovo vescovo ha ricevuto il libro della Parola, la cui consegna manifesta il compito a farsene custode e interprete autorevole; quindi l’anello episcopale, simbolo del legame di fedeltà alla Chiesa, la mitra, richiamo dell’impegno alla santità, e il pastorale, rimando al ruolo di guida e di pastore nella Chiesa.

Dopo il canto di lode del Te Deum – durante il quale il nuovo ordinato ha percorso la navata per benedire i fedeli e i confratelli, che lo hanno salutato con calorosi applausi -, Carbonaro ha portato il suo saluto. «Rivolgo il mio grazie carico di gioia al Padre e a tutto il popolo santo di Dio che invoca con me la luce pasquale del Signore risorto – ha detto -. Ho servito e amato la Chiesa di Roma che è mia madre, da lei parto per sposare la Chiesa che è in Potenza Muro Lucano e Marsico Nuovo rivestito della forza dell’unico Vangelo di Gesù Cristo. Sarò carne della sua carne e ossa delle sue ossa». ( Di Michela Altoviti- Roma Sette)

Pubblicato in 2024

Si svolgerà sabato 4 maggio ore 16,00 presso l’Arcibasilica papale di San Giovanni in Laterano, l’Ordinazione Episcopale di S.E.za Mons. Davide Carbonaro O.M.D. eletto lo scorso 2 febbraio da Papa Francesco, Arcivescovo Metropolita di Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo. Il rito di consacrazione sarà presieduto da S.E. il Signor Cardinale Angelo De Donatis Penitenziere Maggiore, già Vicario Generale della Diocesi di Roma. A coadiuvarlo nel rito di ordinazione l’Arcivescovo Mons. Salvatore Ligorio, Amministratore Apostolico di Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo e l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice. P. Davide presiederà nella chiesa parrocchiale di Santa Maria in Campitelli la Concelebrazione Eucaristica Domenica 5 maggio ore 10.00.

Pubblicato in 2024
Sabato, 23 Marzo 2024 08:42

Celebrazioni pasquali 2024


Celebrazioni pasquali 2024
 
 
 
 manifesto pasqua 2024
 
 
 
 
 
 
 

 
Pubblicato in 2024
Sabato, 23 Marzo 2024 08:37

Celebrazioni pasquali a Campitelli

Le celebrazioni della Pasqua nel quindicesimo centenario di Santa Maria in Portico avranno inizi nella chiesa di Campitelli con la memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Domenica 24 marzo ore 10.00. La Settimana Santa vedrà due appuntamenti la messa per i dipendenti del comune di Roma mercoledì 27 marzo ore 12.00 e la Via Crucis di Prefettura alle ore 20.00 partenza da S. Giacomo in Augusta. Il Triduo pasquale si aprirà Giovedì 28 marzo ore 18.30 con la Messa nella Cena del Signore e l’Adorazione eucaristica fino alle 24.00. 29 marzo Venerdì Santo ore 18,30 Commemorazione della Passione del Signore e 30 marzo Sabato Santo ore 20,00 Veglia pasquale. Le celebrazioni saranno animate dalla Cappella musicale di Santa Maria in Campitelli.

Locandina Pasqua 2024

Pubblicato in 2024

Il XV centenario di Santa Maria in Portico si apre nei giorni in cui si commemora la liberazione degli ebrei da Auschwiz. Per la parrocchia di Campitelli situta nel quartiere ebraico, s'intreccano storie di memoria e gratitudine.  Pubblichiamo di seguito l'articolo di Fausta Speranza apparso sulla rivista "Maria con te" il 15 ottobre 2023, nell'ottantesimo anniversario del rastrellamento nazifascista avvenuto nel Ghetto ebraico di Roma il 16 ottobre 1943.

Terrore, dolore e un sorriso. A 80 anni dal drammatico 16 ottobre 1943 vengono sempre meno i testimoni diretti del rastrellamento al ghetto ebraico di Roma, ma forse proprio per questo colpisce di più la eco dei sentimenti che giunge fino a noi entrando nella Chiesa più vicina, a parte la piccola Sant'Angelo in Pescheria che nel suo portale ingloba tre colonne del Portico d'Ottavia. Parliamo della Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, dove si racconta la paura di essere scoperti e la dolcezza incoraggiante dell’immagine di quell’icona in lamina di rame dorato con fondi a smalto rimasta impressa negli occhi dei rifugiati. Nella tipica iconografia bizantina detta dell'Odigitria, la Vergine è rappresentata come Colei che indica la via.

       Ad attestare l’impegno in soccorso alle famiglie ebraiche c’è la solenne dichiarazione della Comunità ebraica di riconoscimento al padre Giuseppe Forcellati, allora Superiore Generale dell’Ordine dei chierici regolari della Madre di Dio (ODM), l’ordine al quale fu concessa la Chiesa da Papa Clemente VIII nel 1601. Si trovano le registrazioni di 38 persone, tra cui la signora Letizia Pavoncello, strappate alla furia dei nazisti, che in quel sabato nero arrestano 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, principalmente in via del Portico d’Ottavia e nelle strade adiacenti ma anche in altre differenti zone della città.  Dopo il rilascio di alcuni di cosiddetto sangue misto o stranieri, in 1023 vengono deportati al campo di Auschwitz. Sopravvivono in 16, 15 uomini e una donna.

       Oggi nella comunità – ci racconta il parroco don Davide Carbonaro - sopravvive la consapevolezza di quei giorni eccezionali anche per un tempo di guerra. Nell’attestato sottoscritto dagli «ebrei d'Italia riconoscenti» si legge: «In queste sale durante la seconda guerra mondiale furono accolti e nascosti moltissimi uomini ebrei per sfuggire ai rastrellamenti nazisti. La comunità dei religiosi della Madre di Dio di S. Maria in Campitelli affrontò con grande coraggio e con grande pericolo di essere scoperti e deportati». Secondo la documentazione della Comunità ebraica, a Roma la Chiesa cattolica ha salvato 4.447 ebrei dalla persecuzione nazista. Almeno 100 conventi di suore, 45 case di religiosi, 10 parrocchie, hanno aperto le porte.

       L’attuale edificio di Santa Maria in Portico in Campitelli è stato ultimato nel 1667, in sostituzione di due precedenti distinte chiese. Nel primo vano degli spazi adiacenti all’interno, don Davide ci fa notare una porta e ci spiega che lì nel periodo della retata erano di base le forze di sicurezza con compiti di polizia civile e militare. Grazie al sotterraneo lavorio diplomatico di Papa Pio XII, la Santa Sede aveva difeso l’extraterritorialità dei luoghi di culto, ma quella presenza non si poteva evitare e nessuno poteva dare per scontato il rispetto del principio, in particolare da parte delle forze tedesche che, dopo l’armistizio dell’8 settembre, la fuga del re e del neo capo del governo Badoglio, dal 10 settembre 1943 avevano occupato Roma. Per questo, mentre alcune persone erano nascoste in uno spazio angusto - ove tuttora si accede attraverso una botola alla fine di una lunga e stretta scala - ad altre persone rifugiate si consegnavano vestiti da religiosi e si insegnava loro il Padre Nostro e l’Ave Maria: da recitare, in caso di incursioni, di fronte all’icona.

       Fare memoria aiuta a fissare nel cuore  «quei giorni segnati dalla ferocia e dal razzismo ma anche da gesti di profonda umanità che devono richiamare tutti alla capacità di fraternità insita nell’animo umano, ma negata troppo spesso in tanti modi». Per questo «anche oggi serve tanta preghiera».

       L’icona conserva il titolo di Romanae Portus Securitatis, ricevuto da Papa Alessandro VII dopo la scampata peste del 1656. In realtà la storia dell’icona ci riporta al VI secolo e al prodigio raccontato dal chierico Ludovico Marracci nelle sue Memorie di S. Maria in Portico nel XII secolo. Si legge che la nobile Galla, intenta a distribuire pane ai poveri, vede una luce splendida, ne parla a Papa Giovanni I che, accorso, riceve nello stesso luogo l’immagine di Maria da mani angeliche. Da quel momento la città è libera dalla peste che anche allora la affliggeva. Siamo nel 524, precisamente il 17 luglio, che resta nella memoria liturgica la festa di Santa Maria in Portico in Campitelli. E siamo nel cuore della città di Roma, nell’area tra il Campidoglio e l’Isola Tiberina, poi occupata dal portico di Santa Galla. Una zona portuale, sede della Statio Annonae dove si gestivano le scorte di grano. Oggi è Via Petroselli.

       Sono tutti tasselli che aiutano a comprendere il nome della chiesa e che - ribadisce don Davide -  ritornano nella consuetudine mai interrotta, in particolare il 17 luglio, della distribuzione di viveri ai poveri.

       L'immagine, inserita in un'edicola con arco a tutto sesto costituita da pilastri ionici, è alta 26 centimetri e larga quasi 21. Con molta probabilità è una riproduzione di una pittura o mosaico venerata nel portico di Galla, deteriorata con il passare del tempo o distrutta da qualche incendio. E’ evidente, infatti, la tradizione iconografica del VI secolo ma, per la gamma cromatica degli smalti e la naturalezza dell'esecuzione, gli studiosi ritengono che l’attuale immagine sia stata realizzata tra l'XI e il XIII secolo.

       In ogni caso, l’icona resta protagonista della storia di questa chiesa che parla in modo straordinario, nella sua architettura artistica e nelle sue pietre vive, di spirito di accoglienza. E resta al centro delle vicende, tramandate di generazione in generazione tra familiari o amici, degli ebrei salvati dalla follia nazista.

 

Pubblicato in 2024

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e Chiesa di Santa Maria in Portico di Campitelli.

San Giovanni Leonardi

Narrazione dell'immagine di Santa Maria in Portico

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