Fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio e cofondatore di Propaganda Fide, Patrono dei Farmacisti.
Foliant Informativo "Con Giovanni sui sentieri dello Spirito"
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Primi Vespri e memoria del transito di San Giovanni Leonardi
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Secondi Vespri
Il farmacista fondatore
San Giovanni Leonardi nasce a Diecimo nei pressi di Lucca, l'anno 1541. Giovane zelante e pieno di amore apostolico, visse da laico impegnato la prima stagione della sua esistenza. Inviato dai familiari a Lucca per apprendere l'arte del farmacista, s'inserì nel tessuto cittadino attirando per la santità della vita e la radicale scelta evangelica, l'entusiasmo della gioventù lucchese.
Nell' associazione giovanile ispirata al Beato Giovanni Colombini (1304-1367), il Leonardi realizzò l'aspirazione a conseguire una più intensa vita cristiana, la preghiera comune e l'assistenza ai poveri. Così riferisce il Venerabile P. Cesare Franciotti nelle prime cronache: "Ebbe dunque principio questa nuova Compagnia intorno all'anno 1558: li esercizi suoi erano il frequentare la chiesa di S. Romano nei giorni festivi, il trovarsi ai Divini Offizi, il confessarsi tutti dal medesimo confessore e secondo il suo consiglio comunicarsi frequentemente […] et essi con molta semplicità ed obbedienza pigliavano dalle sue mani, il tutto come dalla mano di Dio" (Croniche, § 5).
Su consiglio del domenicano P. Paolino Bernardini a ventisei anni, il Leonardi lasciò l'attività di farmacista e intraprese gli studi ecclesiastici. Celebrò la sua prima eucaristia nell'Epifania del 1571 e il vescovo di Lucca gli affidò la Chiesa di San Giovanni della Magione, nella quale poté attuare un'intuizione che portava da tempo nel cuore: l'istituzione di una scuola che formasse soprattutto i più giovani nei principi della retta fede e della vita cristiana. Nacque così la "Compagnia della Dottrina Cristiana".
Dalla parte dei piccoli
La Chiesa si riforma dal basso, dai "piccoli". Giovanni è obbediente al monito del Vangelo: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato" (Mc 9,37) I "piccoli" per il Leonardi sono coloro che hanno bisogno di aiuto spirituale; coloro che non sanno, quelli che hanno poche sicurezze, sono soprattutto i peccatori, privi di difesa e schiacciati dalla loro indegnità. Il confessionale diviene la prima "cattedra" di Giovanni. E' scuola della misericordia divina: "che il buon cristiano dovrà avere sempre davanti ai suoi occhi e scrivere nel cuore" (Sermoni C. 318) e nello stesso tempo luogo della guarigione interiore. Così scrive il primo biografo: "era particolare la sua carità verso il prossimo, al quale sovveniva non solo con curarli per amore di Dio e dar loro i medicamenti necessari; ma molto più con sani documenti, con disporli alla confessione, e con procurare di rendere prima sana l'anima dalle spirituali infermità. Così era fatto Giovanni, non meno per l'anime che per i corpi operatore e dispensatore di medicine" (G. Bonafede, Vita). La cura del corpo ecclesiale fu dunque la prima preoccupazione del giovane presbitero. Nell'Oratorio lucchesa il Leonardi, radunò numerosi giovani che già conoscevano le sue singolari virtù. La compagnia era solita ritrovarsi nell'ascolto della Parola di Dio, nella frequenza ai sacramenti, nell'orazione mentale e nelle pratiche di pietà.
Ma l'anelito missionario e la povertà spirituale del popolo, spinsero Giovanni ad occuparsi soprattutto dei fanciulli per insegnare ad essi: "la dottrina christiana, et indirizzarli nella devotione, sapendo egli (come spesso diceva) che dalla buona educatione della gioventù dipende più che da altre diligenze la riforma delle famiglie e delle repubbliche". Formare cristiani adulti nella fede: ecco l'intuizione del Leonardi che riorganizzò in modo sistematico e innovativo la catechesi in tutta la Diocesi di Lucca.
Una nuova famiglia religiosa nella Chiesa
Vita comune e apostolato: una sintesi vincente, sperimentata dai nuovi Ordini religiosi: i Chierici Regolari che precedettero, accompagnarono e seguirono il Concilio di Trento. Il Leonardi s'inserisce con i suoi primi compagni dentro questo singolare fioritura. Il settembre del 1574 diede inizio alla compagnia di "preti riformati" ed egli stesso redasse la prima regola di vita nel 1584: "Constitutioni e Regole della Compagnia dei sacerdoti e Chierici Secolari della Gloriosa Vergine Maria Habitanti a Lucca in la Chiesa della Santissima Maria Cort'Orlandini" e come egli stesso ebbe ad affermare "approvate da un papa Clemente" nel 1604.
Il successo dell'opera attirò consensi ed amici come il Vescovo Castelli di Rimini, ma anche tanta ostilità e rifiuto per il quale la vita dei profeti e mirabilmente intrecciata alle loro azioni e parole. In queste parole consegnate nelle prime Costituzioni il Leonardi individua lo scopo del nuovo istituto: "Avendo veduto che il Signore ci ha chiamati non solo perché attendiamo a noi stessi, ma anche al fine che con ogni diligenza cerchiamo la salute del nostro prossimo. Poi tutti i fratelli con animo acceso si sforzeranno eseguire questa volontà di Dio, e per ciò s'attendi alla ministratione dei santissimi sacramenti non perdonando a fatica o disagio quando vedranno qualche Anima peccatrice tornare allo stato della grazia. Si predichi o si legga la Divina scrittura in Chiesa nostra ogni giorno di festa comandata et insieme vi s'insegni la Dottrina Cristiana ai bambini" (Costituzioni del 1584, Archivio OMD).
Il santo pagò con molte tribolazioni il coraggio di predicare e di sostenere in tutti i modi la necessità di un ritorno alla genuina pratica del Vangelo in un'epoca di decadenza dei costumi e di profonde divisioni nella Chiesa. La Congregazione fu elevata alla dignità di Ordine con il titolo di Chierici Regolari della Madre di Dio da Gregorio XV (1621). Un piccola comunità apostolica che fosse in piena comunione per l'evangelizzazione, la santificazione e la riforma personale, fu l'intento del Leonardi.
Fecondo e profetico esilio: nella vigna della Chiesa
Se la santità non si esaurisce nella storia e vero che questa la caratterizza. L'avventura del Leonardi proseguì fuori dall'"Alborato cerchio", è cominciò ad assumere toni universali. La compostezza del suo carattere e la sua coerenza profonda nascevano da un amore affidato a Dio spesso segnato da amarezze, provocate da inquietudini e divisioni. L'ombra lunga della croce che il Signore riserva ai suoi eletti e che il Leonardi ebbe a celebrare nei suoi scritti come testimonia la lettera inviata ai confratelli il 16 maggio 1592: "A me non dovete cosa alcuna, perché per tutto il tempo non ho da parte mia fatto che guastare, ma se cosa di buono vi pare che vi sia stata, tutto è virtù e grazia di Dio, al quale tutto dovete. Quanto a portare la Croce, ha da essere virtù di Quello che ha da scacciare da voi il timore e la paura, et un poco più levate li vostri cuori a Dio e con lui misurate le cose" (G. Leonardi, Lettere). Sospetti, accuse di essere portavoce dell'Inquisizione e incomprensioni anche fra i suoi religiosi, sancirono l'esilio del Leonardi dall'amata città di Lucca. Alla richiesta di spiegazioni la risposta fu netta: "disturba l'ordine pubblico e manca di rispetto all'autorità costituita". Si, i profeti disturbano, i giusti inquietano, i saggi vanno tolti di mezzo. Ma la vigna sarà data ad altri che la faranno fruttificare (cfr. Mt 21,43). E' la vigna della grande Chiesa che il Leonardi è chiamato a servire. Cominciando da Roma dove dimora il Vicario di Cristo.
Giovanni propone con voce profetica la riorganizzazione del tessuto ecclesiale: concili provinciali e regionali convocati periodicamente per discutere delle questioni pastorali, i quali a sua volta devono confluire in concili nazionali da celebrarsi a Roma alla presenza del Papa il quale "procurerà d'aver cognizione di tutte le infermità che patisce la Chiesa […] e poi quelli che a riformare i costumi degli uomini devono attendere, ponghino loro medesimi avanti gli occhi di chi desiderano riformare come specchi di tutte le virtù e come lucerne poste sopra il candeliere".E a sottolineare l'importanza dell'universalità della Chiesa il Leonardi invita il Papa "a scegliere i cardinali di tutte le nazioni della cristianità" ( G. Leonardi, Memoriale a Paolo V per la riforma universale di tutta la Chiesa, 1605).
L'ordine di non ritornare in patria raggiunge il Leonardi a Roma dove si era recato nel 1587.
La sua causa fu più volte sostenuta e difesa da amici influenti, tuttavia il santo ebbe modo di dimostrare rispettosa obbedienza alla Chiesa e al Senato di Lucca. Lo sguardo al crocifisso, "il Patto con gli occhi per scoprire Cristo" come ebbe ad affermare nel commento a Giobbe e la fedeltà alla Chiesa, orientarono il tempo prezioso della prova come scrisse in altra occasione al Venerabile Giovanbattista Cioni: "So che vi sarà croce, ma pigliatela volentieri per amore di Quello che la pigliò per tutti, poiché altrimenti non si può fare, onde è bene patisca un membro, acciò tutto il corpo habbia bene" (Lettera del 1591). Il papa Clemente VIII, non solo allontanò dal Leonardi ogni accusa e sospetto, ma lo inviò più volte Visitatore e Commissario Apostolico perché fosse attuata con "prudenza e ponderata fermezza" la riforma della Chiesa già avviata dal concilio tridentino: "tam in capitis quam in membris". Instancabile, il santo visita più volte antichi e autorevoli monasteri: Montevergine, Vallombrosa e Montesenario. Fonda il popolare santuario della Madonna dell'Arco presso Napoli. Le intuizioni profetiche e l'esperienza lo conducono a stendere una sorta di trattato nel quale enumera i principi della riforma: "Pro Religionum et Religiosorum presenti et futura reformatione". Con lucida evidenza in questo documento afferma che: "Non è l'inflazione delle leggi a riformare gli Istituti, salvo poi osservarle".
A Roma suggerirà la costituzione di un "Dicastero" per i religiosi che sarà istituito da Innocenzo X nel 1652. Gli fu affidato l'incarico di Visitatore delle Scuole Pie le quali, in seguito, furono aggregate per tre anni alla Congregazione del Leonardi. L'amicizia fidata strinse san Giovanni e san Giuseppe Calasanzio soprattutto nelle ore difficili di sospetti e persecuzioni. Giovanni s'adoperò in questi laboriosi anni romani ad uffici di pace. Compose divergenze nel popolare Ospedale di Santo Spirito in Sassia a Roma; fra il Collegio Inglese e la Compagnia di Gesù (per il Collegio Germanico); fra la repubblica di Lucca e il Duca di Monaco.
Il Vangelo fino agli estremi confini della terra
Di ritorno da Loreto nel 1605 intensificò le relazioni in precedenza avviate con MonsGiovan Battista Vives per dar vita ad un progetto missionario. Già intorno al 1603 nella casa del Vives, posta nelle vicinanze di piazza del popolo, si radunarono alcuni giovani alunni sotto la direzione del leonardino P. Giuseppe Matraia, per dare concretezza alla "Congregazione di Propaganda Fide", la quale, aveva come scopo la formazione degli annunziatori del Vangelo nelle nuove terre: "Le Indie".
Per il nascente istituto il Leonardi revisionò le prime Costituzioni e firmò insieme a dodici Chierici Secolari il celebre memoriale a Paolo V come afferma il P. Ludovico Marracci: " Restano per anco appresso di noi le Regole, di questa Congregazione di Preti Apostolici, con altre scritture in tal proposito fatte da uomini insigni delle quali una è con queste parole soscritta: Martinus Funes Societatis Iesu, et duodecim Clerici Seculares". Il progetto attraversò molte vicissitudini ed ebbe la definizione canonica nel 1627 dal Papa Urbano VIII che assegnò il "Collegio di Propaganda Fide" a sacerdoti e chierici secolari "ex omni gente et natione". L'intensa giornata terrena del Leonardi si era chiusa qualche decennio prima il 9 ottobre del 1609 nella casa di Santa Maria in Portico a Roma.
Durante una violenta peste, il Padre mosso da grande carità assistendo alcuni confratelli, rimase vittima del terribile morbo. Le sue spoglie mortali furono trasferite nella Chiesa di Santa Maria in Campitelli nel 1667 e fu canonizzato da Pio XI il 17 aprile 1938.
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9 OTTOBRE
SAN GIOVANNI LEONARDI
Sacerdote, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio
(1541-1609)
Solennità
LETTURE: Cor 4,1-5; Sal Cor 4,1-5; Lc 10,1-9
Giovanni nacque a Diecimo di Borgo a Mozzano, presso Lucca, nel 1541. Era il settimo figlio di Giacomo Leonardi e Giovanna Lippi, una famiglia di buone condizioni economiche. Da giovane si trasferì a Lucca per diventare farmacista.
A Lucca Giovanni non si lasciò distrarre dalla vita mondana, ma, guidato dal domenicano padre Bernardini, costituì una associazione di giovani in cui si praticavano la preghiera in comune e l'assistenza ai poveri e ai pellegrini. Chiese di entrare nell'ordine francescano, ma la sua richiesta non venne accolta. Aiutato nella sua ricerca vocazionale da padre Bernardini, a 25 anni Giovanni lasciò gli studi di farmacia e si dedicò agli studi ecclesiastici.
Giovanni venne ordinato sacerdote e celebrò la sua prima messa il giorno dell'Epifania del 1571. Gli fu affidata la chiesa di S. Giovanni della Magione. Qui fondò una scuola per l'insegnamento della religione cattolica che ebbe da subito molti consensi.
Nel 1574 presso la chiesa di S. Maria della Rosa Giovanni fondò con alcuni amici la Congregazione dei Preti Riformati, approvata nel 1595 da Clemente VIII. Giovanni, tuttavia, incontrò l'ostilità e il sospetto di molti concittadini che lo ritenevano un inviato dell'Inquisizione. Decise per questo di trasferirsi a Roma. A Roma strinse amicizia con il card. Baronio, San Filippo Neri e san Giuseppe Calasanzio.
Nel 1614 la Congregazione dei Preti Riformati assunse il nome di Congregazione dei Chierici regolari della Madre di Dio. Il seminario della Propaganda Fide, fondato da san Giovanni Leonardi e dallo spagnolo Vives nel 1603, venne trasformato da Urbano VIII nel 1627 in Collegium Urbanum de Propaganda Fide e assunse un posto di primissimo piano nell'impegno missionario della chiesa universale.
Giovanni Leonardi fu beatificato nel 1861 e venne dichiarato santo il 17 aprile 1938. Il suo corpo riposa nel santuario romano di Santa Maria in Portico in Campitelli.
Criteri di autentico rinnovamento
Dalle «Lettere a papa Paolo V» di san Giovanni Leonardi, sacerdote
(Lett. per la riforma universale della Chiesa; archivio dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio).
E' necessario che coloro che aspirano alla riforma dei costumi degli uomini cerchino specialmente, e per prima cosa, la gloria di Dio e da lui, dal quale procede ogni bene, aspettino e insieme sperino l'aiuto per un compito così vantaggioso e difficile. Si presentino agli sguardi di quanti essi vogliono riformare come specchi di ogni virtù e come lucerne poste sul candelabro. Risplendano davanti a tutti quelli che si trovano nella casa di Dio per l'integrità della vita e l'eccellenza dei costumi. Così, più che costringere, attireranno dolcemente alla riforma, perché, secondo gli insegnamenti del Concilio Tridentino, non si può esigere dal corpo quello che non si trova già nel capo. Far diversamente significa sconvolgere il giusto procedimento e l'ordine di tutta la famiglia del Signore.
Chi vuole operare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un'attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere per ciascuno di essi il rimedio più appropriato.
Il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei primi e negli ultimi, nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi.
Bisognerebbe che cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi e parroci, ai quali é demandata direttamente la cura delle anime, fossero tali da dare il migliore affidamento per il governo del gregge del Signore. Ma scendiamo anche dai primi agli ultimi, cioè dai grandi ai piccoli, perché questi non devono essere trascurati da chi si preoccupa di elevare il livello della vita cristiana. E' ben giusto che non si debba lasciare nulla di intentato perché i fanciulli, fin dai primi anni, siano educati nella purezza della fede cristiana e nei santi costumi. Nulla é più urgente e indispensabile dell'insegnamento della dottrina cristiana. L'istruzione dei fanciulli va affidata solo a persone buone e timorate di Dio.
Questo, beatissimo Padre, è ciò che al presente il Signore mi ha suggerito su un problema di tanta importanza. Si tratta certo di cose non facili, ma se si confrontiamo con la posta in gioco, nessuno sforzo sarà considerato eccessivo. Grandi mete del resto si raggiungono con mezzi grandi e, d'altro canto, grandi imprese si addicono ad anime grandi.
MESSALE
Antifona d'Ingresso Lc 4,18
Lo Spirito del Signore è sopra di me
Per questo mi ha consacrato con l’unzione,
mi ha mandato a recare il lieto annunzio ai poveri
a curare le piaghe dei cuori affranti
Colletta
O Dio fonte di ogni bene,
che hai ispirato al sacerdote san Giovanni Leonardi
il vivo desiderio di portare a tutti i popoli il tuo Vangelo,
fa’ che per sua intercessione
si diffonda sempre e in ogni luogo la vera fede di Cristo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Isaia 61,1-3
Il Signore mi ha mandato ha portare il lieto annunzio ai poveri
Dal libro del profeta Isaia
Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Cantiamo al Signore: è lui che ci salva
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza;
in mezzo ai popoli narrate la sua gloria,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Dite tra i popoli: «il Signore regna!».
Sorregge il mondo perché non vacilli;
giudica le nazioni con rettitudine.
Seconda Lettura 1 Cor 4,1-5
Ministri di Cristo è amministratori dei misteri di Dio
Dalla prima Lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
Canto al Vangelo Cfr. Mt 10,5.9
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è in mezzo a voi, dice il Signore;
portate il messaggio di pace a tutti gli uomini.
Alleluia.
† Vangelo Lc 10,1-9
La messe è molta, ma gli operai sono pochi
Dal vangelo secondo Luca
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.
Orazione sulle offerte
Accogli Signore, i nostri doni
Nel ricordo di san Giovanni Leonardi,
e fa’ che il sacrificio eucaristico
che proclama la tua gloria
ci ottenga la salvezza eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla Comunione Mt 28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
Sino alla fine del mondo», dice il Signore.
Orazione dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre,
che ci hai nutriti con il pane della vita,
fa’ che seguendo l’esempio di san Giovanni Leonardi
ti onoriamo con fedele servizio
e ci prodighiamo con carità instancabile
per il bene dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
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