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Sabato, 17 Aprile 2021 09:53

Anniversario della Canonizzazione di San Giovanni Leonardi

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Con la bolla Sanctorum Mater Ecclesia gaudet il 17 aprile del 1938, giorno di Pasqua, Papa Pio XI elevava san Giovanni Leonardi (1541-1609) agli onori degli altari. Ultimo dei santi della Riforma Cattolica il lucchese fondatore dell’Ordine della Madre di Dio e cofondatore di Propaganda Fide, fu canonizzato insieme a Sant’Andrea Bobola e Salvatore da Horta: “L’apostolo il martire ed il taumaturgo”, ricordano le cronache del tempo. Per il rito di canonizzazione fu eseguita dal Maestro Lorenzo Perosi la Missa Redemptionis a otto voci, composta nell’Anno Santo del 1933, mentre per il solenne evento furono  armonizzate le parti mobili della celebrazione: Introito, Graduale, Victimae Pascalis, Offertorio e Communio. Fu affidata dalla Postulazione Generale dell’Ordine diretta da P. Giuseppe Forcellati al Maestro Tommaso Gardella la composizione della Messa in onore di San Giovanni Leonardi eseguita nella Chiesa di Campitelli durante il triduo di Ringraziamento. Mentre del Maestro Licinio Refice è l’inno dei vespri Salve Ioannes legifir. La prima “orazione colletta” composta in occasione della Beatificazione  ed approvata con Breve di Pio IX del 9 luglio 1861 si proclamava in onore del Leonardi durante la messa e l’ufficio dal comune dei Confessori non Pontefici con antifona Iustus ut palma florebit (Il giusto fiorisce come palma). Papa Leone XIII nel 1893 volle che il nome del Leonardi fosse iscritto nel Martirologio romano, cosa non ancora mai accaduta per i beati, ad eccezione dei beati pontefici, segno della personale devozione di papa Pecci e della stima nutrita per la famiglia del Leonardi. Così il testo del martirologio: “Romae beati Joannis Leonardi Confessoris, Fundatoris Congregationis Clericorum Regularium a Matre Dei, laboribus et miraculis clari, cujus opera Missiones a Propaganda Fide institutae sunt”. Di seguito nella versione postconciliare: “Giovanni Leonardi, sacerdote, che a Lucca abbandonò la professione di farmacista da lui esercitata, per diventare sacerdote. Fondò, quindi, l'Ordine dei Chierici regolari, poi detto della Madre di Dio, per l'insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli, il rinnovamento della vita apostolica del clero e la diffusione della fede cristiana in tutto il mondo, e per esso dovette affrontare molte tribolazioni. Pose a Roma le fondamenta del Collegio di Propaganda Fide e morì in pace in questa città, sfinito dal peso delle sue fatiche”. Questi temi della fede pregata, in sentesi, sono proposti nell’Orazione recepita dal Missale romanum in occasione della canonizzazione la quale recita: “Deus, qui Sanctum Ioannem confessorem tuum ad fidem in gentibus propagandam mirabiliter excitare dignatus es, ac per eum in erudiendis fidelibus  novam in Ecclesia tua familiam congregasti, da nobis famulis tuis ita Eius institutis proficere, ut premia consequamur aeterna”. La Chiesa per intercessione del nuovo Santo chiede di progredire nella salvezza attraverso l’annuncio della fede alle genti e la nuova famiglia religiosa da lui istituita. Nella edizione del Messale romano del Concilio Vaticano II (Editio typica 1970/2008), l’orazione conserva a grandi linee l’impianto originario: “Bonorum ómnium largítor, Deus qui per beátum  Ioánnem presbýterum pópulis Evangélium nuntiári fecísti eius intercessióne concéde ut fides vera semper et ubíque profíciat”. A Dio fonte di ogni bene la Chiesa chiede per intercessione di San Giovanni Leonardi, ricordato come annunciatore del Vangelo ai popoli, di prendere parte al suo carisma, diffondendo la fede sempre e dovunque. Il  Liber Usualis Missae et Offícii (1957 pagine 1681/1-4), conserva alcune composizioni liturgiche in canto gregoriano approvate dalla Congregazione per i Riti. Fin dall'inizio del Cristianesimo il canto, mutuato dalla tradizione liturgica sinagogale, era parte integrante della preghiera comune. In modulazione gregoriana il Liber Usualis conserva un repertorio classico composto per la celebrazione della messa secondo la mens tridentina. La dicitura della memoria liturgica per la Chiesa universale è Duplex ovvero di seconda classe. L'Introito che corrisponde all'antifona d'ingresso dell'attuale Messale romano, ha il compito di avviare lo spirito dei fedeli al mistero celebrato. Così recita: In sermonibus. L’espressione è tratte dal capitolo 42 versetti 15-16 del Siracide: “Con le parole del Signore sono state create le sue opere. il sole con il suo splendore illumina tutto, della gloria del Signore è piena la terrà”. Il canto dei versetti biblici individua subito le caratteristiche spirituali di san Giovanni Leonardi, le opere da lui compiute raccontano la gloria di Dio. Segue il Graduale. Con questa espressione la liturgia designa il salmo interlezionale o responsoriale che anticamente era proclamato sul gradus (scalino). Il termine indicava sia lo spazio liturgico, sia il “tono” che segnalava il tempo liturgico celebrato. Il responsorio della Messa di San Giovanni Leonardi si apre con:  Posuit os meum. Si tratta di un intreccio dei salmi 73 (72),21 e 69 (68), 10: “Quando si agitava il mio cuore e nell'intimo mi tormentavo mi divorava lo zelo per la tua casa”. In effetti, l'antifona descrive l'esperienza spirituale del Leonardi: esiliato, calunniato, la sua risposta è la stessa del salmista gustare quanto è buono il Signore e lasciare risuonare nell'intimo l'affetto per la casa e per le cose di Dio. Ad esso fa eco il versetto 2 del capitolo 49 di Isaia, il secondo carme del Servo del Signore: “Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra” (così il testo della Cei) ma la Vulgata propone l'espressione "sagictam electam". Giovanni come il Servo di Isaia, come Gesù, come Paolo, è “strumento di elezione” nelle mani di Dio. Il canto al Vangelo riporta  il Salmo 71 (70) versetto 7: “Sono parso a molti quasi un prodigio: eri tu il mio rifugio sicuro”. Nel versetto che la Chiesa pone sulle labbra del Leonardi viene celebrata la speranza che egli sperimentò nel tempo della prova e la sua riconoscente dipendenza creaturale da Dio. L'antifona offertoriale Christi factus sum è tratta da Colossesi 1,25. Afferma Paolo: “[Della Chiesa di Cristo] sono diventato ministro secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola”. In effetti, nel versetto 24 Paolo ha affermato, che con “le sue sofferenze completa nella carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore della sua Chiesa”. L’Apostolo si presenta alla comunità di Colossi come ministro del “mistero nascosto nei secoli”. Ecco che viene  cantato dalla liturgia, l'altro aspetto del carisma del Leonardi. Egli è ministro e missionario del Verbo che rivela il mistero dell'amore di Dio per l'umanità intera. Infine, l'antifona di comunione Quae mihi, raccoglie ancora le parole di Paolo che scrive ai Filippesi: “Quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo”. (3,7). E' l'esperienza “perdente” della santità dei discepoli del Signore. L'opposizione perdita-guadagno si iscrive nella logica del Vangelo di Gesù il quale afferma: “chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,39). (© a cura della Postulazione generale OMD)

Letto 1267 volte Ultima modifica il Sabato, 17 Aprile 2021 10:01