Durante il Congresso Ordinario celebrato dalla Congregazione delle Cause dei Santi lo scorso 21 aprile, è stato dato parere affermativo sulla validità del Processo della Diocesi di Roma in riferimento alla vita, virtù, fama di santità e di segni del Servo di Dio Cosimo Berlinsani OMD, fondatore delle Suore Oblate di Gesù Bambino. Il rescritto firmato dal Cardinale Prefetto Marcello Semeraro e dal Prefetto Fabio Fabene, è giunto in questi giorni al Postulatore Generale OMD P. Davide Carbonaro che avrà ora il compito di ritirare presso la Congregazione la Copia pubblica, ovvero la sintesi della documentazione oggi conservata e approvata presso la Congregazione. Nel frattempo farà richiesta perché sia nominato un Relatore della Causa presso la Congregazione, nell’attesa che venga redatta la Positio sulle virtù e fama di santità del Servo di Dio.
P. Cosimo Berlinsani OMD Nato a Lucca il 12 dicembre 1619 da Vincenzo e Maria Pinocci si distinse per pietà e zelo. Raggiunto a Roma il fratello Ludovico medico, chiese di entrare nella Congregazione della Madre di Dio fondata a Lucca nel 1574 da san Giovanni Leonardi (1541-1609). Vestì l’abito leonardino nella chiesa di Santa Maria in Portico a Roma il 25 marzo 1643. Trasferito dai superiori nella vicina Chiesa di Santa Maria in Campitelli fu apprezzato come confessore e direttore di anime. Tra le figlie spirituali la Serva di Dio Anna Moroni che sotto la sua direzione, istituì presso palazzo Serlupi (Piazza Margana) una scuola per le ragazze disagiate affinché fossero istruite nelle virtù umane e cristiane. Questa iniziale esperienza pose le fondamenta della Congregazione delle «Convittrici del Santissimo Bambino Gesù» oggi Suore Oblate del SS. Bambino Gesù per le quali P. Cosimo redasse la prima regola di vita ed ebbe a sopportare dissensi e persecuzioni persino dai suoi confratelli e superiori i cui obblighi accolse con premurosa carità e lungimirante obbedienza. Dopo la morte della Moroni, continuò a dirigere spiritualmente l’Istituto fondando altre case fuori Roma ognuna «sui iuris», in modo che ciascuna potesse mantenere la propria indipendenza. Morì a Roma il 26 ottobre 1694.