Se nel cuore divino di Gesù troviamo la fonte e l’origine della divina Misericordia, il cuore della Vergine Maria ne è il primo depositario, in quanto ella concepì la divina Parola e meditò nel suo cuore gli eventi della salvezza. La Devozione al Cuore di Maria si diffonde in pieno XVII secolo, diffusa in Francia da San Giovanni Eudes (1601-1680). Scrisse numerose opere ed ebbe in animo di adoperarsi perché ne fosse celebrato il culto nella Chiesa. Fece stampare nel 1648 l’ufficio e la messa del Cuore di Maria. Il santo fondatore degli eudisti ebbe questa intuizione in un tempo di profondo clima missionario ed evangelizzatore. Trace della spiritualità della devozione e del culto al Cuore di Maria li troviamo anche nella famiglia dei Chierici Regolari della Madre di Dio. L’indole mariana dei Chierici fondati da San Giovanni Leonardi (1541-1609), ebbe la sua forza creativa e teologica nella figura del mariologo Ippolito Marracci (1604-1675), il quale nel corso del seicento contribuì con le sue pubblicazioni a rendere chiaro e definibile l’oggetto della fede sulla Immacolata Concezione della Vergine Maria. Discussione teologica allora all’ordine del giorno e profondamente combattuta. Fu P. Vincenzo Guinigi (+1644) che promosse il culto del Cuore di Maria nella Chiesa di Campitelli nel 1640. Tale culto in Italia ebbe la sua prima manifestazione pubblica nel 1799 nella cattedrale di Palermo. Si celebrò la messa e l’ufficio del Cuore di Maria per concessione del papa Pio VI, mentre si trovava prigioniero a Firenze. Il culto al cuore di Maria fu approvato da Pio VII il 31 agosto del 1808 e la prima immagine fu esposta in Santa Maria in Campitelli ove risiedeva P. Salvatore Bongi (+1808) già parroco della stessa Chiesa ed allora Rettore Generale. Il Quadro ancora oggi conservato nel Convento di Campitelli rappresenta la vergine con il Bambino e lo scambio dei due cuori: quello del Figlio e quello della Madre. Fu dipinto nell’anno 1825 dal Maestro Andrea Pozzi (1778-1833).