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Venerdì, 14 Febbraio 2020 09:16

La fatica del cuore

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A chi si lega il discepolo? Matteo nel discorso della montagna rivela una graduale manifestazione del volto del Maestro e del discepolo. I tratti delle beatitudini trovano concretezza in chi sceglie di seguire Gesù. Povero, senza fissa dimora, carico dell’umanità assetata di Dio, segnato dall’assurdo della persecuzione. Egli è il nuovo Mosè che sale sul monte e siede in mezzo all’umano che ha assunto,  per dispensare la nuova legge. Ma quale legge? Come intenderla? Matteo nelle parole scaturite dalle labbra di Gesù, rinnova il patto con Dio e con l’uomo, non più nelle antiche parole, ma nella Parola fatta carne che si rivela in lui, il Figlio di Dio. Una legge dunque che non fa schiavi, ma figli, che custodisce nella fiducia. Dunque ci si lega non ad una norma anche se è santa, ma ad una persona che è la santità di Dio. Il popolo d’Israele aveva già compreso questo legame, quando intuisce che nessun popolo ha Dio così vicino a sé. Quel legame mi permette di scegliere, perché non è solo normativo, ma personale. Il percorso intrapreso da Matteo nel suo Vangelo, è una mano tesa a me e a te, cercatore di Dio. Egli conosce tutto di noi, scruta il nostro cuore con sapienza e trae da esso il buon tesoro del bene per noi e per gli altri. Veramente in Gesù, sono stati posti davanti a noi il fuoco e  l’acqua, elementi che ci riportano non solo all’origine della creazione, ma al nostro essere figli, rigenerati dall’acqua e segnati dal sigillo dello Spirito. E’ questa la nuova legge, la parola data che non tradisce: “Vi è stato detto, ma io vi dico”. Allora se sono di Cristo, non solo vorrò bene al mio fratello, ma lo tratterò bene, perché Gesù si è fatto amico dell’uomo. Compito della legge-norma, è frenare le scelleratezze umane, i disordini del cuore e della vita, tenere a bada il male. La nuova legge di Gesù non allena solo la memoria, ma il cuore. Così,  il suo discepolo, che cammina nel quotidiano, non giudica solo il male di se stesso o dell’altro, ma lo sradica, amando. Non da solo, ma a due mani: quelle di Cristo e le sue. Tutto comincia da te, non dall’altro: spegni il fuoco dell’ira; purifica lo sguardo del cuore, lavorando sulle tue intenzioni; crea accordi non divisioni. Si fa meno fatica a lavare il fondo di un bicchiere, che il proprio cuore per renderlo puro. Torna al tuo cuore e lascia che il Signore lo guarisca, così potrai essere strumento di libertà per gli altri.

Davide Carbonaro

Letto 1043 volte Ultima modifica il Venerdì, 14 Febbraio 2020 09:25
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