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Domenica, 19 Luglio 2020 06:06

La cura del bene

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Tutti abbiamo presente il buon grano, la sua radice esile, la sua elegante statura e come si lascia accarezzare dal vento durante il periodo della crescita. Accanto a lui la zizzania, nodosa, resistente, intrigante. All’inizio è difficile distinguere le due piante. La parabola di Gesù racconta la storia di ciascuno di noi, delle nostre vite. Tutti siamo chiamati a convivere con il male che all’inizio si nasconde, si confonde, sembra alle volte che ci sostenga. Ma crescendo, maturando, scopriamo che il suo scopo è decentrarci da Dio, da colui che vuole il nostro bene, la nostra felicità.  La storia dell’umanità si svolge attraverso questa doppia semina, una astuta, l’altra generosa. Una attenta a paralizzare la vita, l’altra ad alimentare il dono. Questo singolare intreccio ha come legge la pazienza, disarmante forza della non violenza spirituale. Il male non è per la sconfitta, ma per l’esaltazione del bene: mediante la misericordia diventiamo figli del Padre. Se Dio nel bene si rivela come dono, nel male si rivela nella sua essenza più intima, come perdono, amore senza condizioni e senza limiti. Chi illumina allora il nostro sguardo interiore, la nostra capacità di discernere tra il bene e il male?  Lo Spirito, che viene in aiuto alla nostra debolezza, afferma Paolo, Egli ci consegna  lo sguardo positivo del Creatore che scruta i cuori. L’uomo diviso che è in noi, ha desideri contrari allo Spirito, chiede di strappare subito ciò che è cattivo, immaturo, infantile. Il Signore risponde: abbi pazienza, non agire con durezza. Se ti fidi di me, lascerò che in te maturino le grandi passioni positive, i desideri dello Spirito che sgorgano nella loro bellezza  e potenza, lasciando che le tenebre si dissolvano e la zizzania si ritiri perché non trova più terreno fertile. Il buon grano è la vita in Dio, misericordioso e clemente, ricco di grazia e grande nell’amore; egli si lascia impietosire dalla miseria umana (cfr. Sal 85). Chi è senza pazienza ed esigente, distrugge invece il buon grano, la vita di Dio che è in lui. Parabola che è elogio della piccolezza e semplicità evangelica. Il bene ha in sé la caratteristica divina di prendersi cura. Si tratta della disarmante garanzia che ci permette di combatte la buona battaglia del Vangelo.  Gesù predilige i contrasti, quelli veri che permettono di guardare oltre: piccolezza del seme, grandezza dell’albero; impurità del lievito (un po’ di farina andata a male) e la sua capacità di smuovere la massa e fermentarla.

Davide Carbonaro

Letto 926 volte Ultima modifica il Domenica, 19 Luglio 2020 09:48

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