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itendees
Sabato, 14 Novembre 2020 08:12

Ci hai fatti per te

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Non le vediamo più se non in qualche documentario le  mani femminili sul fuso e sulla conocchia. In questi giorni mani femminili  e non solo, si attrezzano per prendersi cura dei tanti malati di Covid 19. Spesso le telecamere le inquadrano nascondendo ulteriormente i volti, già coperti dalle protezioni. Se ci dobbiamo tutelare dal male, anche quello che attacca il nostro corpo e lo uccide. Dal bene mai. Va moltiplicato. Le mani sono il luogo biblico di questa straordinaria operazione non matematica, né economica, ma divina, perché sono le mani di Dio che plasmano l’uomo per farne il primo e il vertice della creazione. E’ una consegna di fiducia creativa e generativa che è posta nelle nostre mani fin dall’inizio: “Quando maschio e femmina li creò”, li benedisse e li fece custodi della creazione. Così, l’uomo, si nutre della fatica delle sue mani, consapevole che ciò che ha ricevuto non gli appartiene. La donna sapiente non fila per passare il tempo o riempire il vuoto dei giorni, ma per tessere relazioni di carità e prendersi cura di quelli che sono in casa e fuori di casa. La sua bellezza non è effimera, ma è continuamente ordita dal timore del Signore che la esalta. Per la prima comunità cristiana, come per noi, l’attesa del ritorno di Gesù non si realizza nascondendo i suoi doni sotto la terra dell’indifferenza ma moltiplicando nel tempo la sua promessa di fedeltà, consapevoli che a essere fedele, è lui. Egli verrà, statene certi. A noi il compito di tessere, moltiplicare il vero, il buono e il bello che egli ha seminato nelle nostre vite e che con lui non ci sarà rubato, ma sarà per sempre. Questo permette oggi di far pace con l’imprevedibile che vorremmo cancellare dai nostri orizzonti. Per le nostre generazioni imparentate al Digital age, la programmazione diventa irrinunciabile. Solo lo sguardo di un Altro, che ci ha fatti per prendere parte alla sua gioia, permette di andare oltre l’imprevedibile. Egli sussurra con amore che non siamo destinati, ma che avremo potere su molto (tutto). Mentre il tempo che c'è dato, è per testare l’amore che poi non avrà fine. Ha ragione Giovanni quando scrive che l’amore scaccia via la paura. E’ quella nella quale è rimasto impigliato il terzo servo della parabola dei talenti, gettando sul padrone l’immagine che in fondo egli ha di sé. Tuttavia, se noi abbiamo ricevuto la capacità di custodire il dono dell’amore, il Dio di Gesù Cristo ne è l’autore ed il custode oltre misura.

Davide Carbonaro

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