Solo chi parla al cuore può alzare la voce per dare buone notizie. Quanto è stimolante questa parola del Profeta in un tempo come il nostro nel quale le voci si accavallano generando sordità e distanza. Non riusciamo più ad ascoltarci e ad ascoltare, perché abbiamo smarrito la direzione del cuore. Solo chi si misura con l’eco del sussurro che viene da dentro, riesce a farsi strada nel caos delle voci che appiattiscono l’umano. La profezia che viene dal tempo lontano, non è una voce arrogante, schiacciante, ma tenera come quella del pastore che conduce le pecore; disarmate e pacifiche creature che riconoscono fra mille voci chi le ama e le cura. Avvento è tempo di richiami che sussurrano verità sempre nuove per chi le sa ascoltare: Dio è tuo alleato e viene a consolarti! Consolare: Verbo che strappa dalla solitudine, che dice tu sei parte di me. Eccolo il cuore palpitante nella profezia di Avvento, che ci insegna a riconoscere le tracce dell’amato, i frammenti di luce seminati nelle storie dei piccoli, gli sguardi gettati oltre le ristrettezze dell’anima. Avvento è nuovo inizio, è Vangelo che spiana le vie ed invita a percorrerle non in solitudine, ma sulla parola di chi è esperto di strade che conducono all’uomo: “Gesù Cristo il figlio di Dio”. Non c’è altro Vangelo che possiamo raccontare, non c’è cammino che possiamo percorrere se non quello segnato dai suoi passi. La presenza di Gesù nella storia dell’umanità, si mischia con la profezia, con la voce dell’ultimo dei grandi profeti Giovanni il Battista: Figlio del sacerdozio e del deserto. Il Dio di Gesù ha avuta e avrà bisogno di chi spiana le strade e fa appello al cambiamento del cuore umano. Non più un sussurro, ma un “grido” nel deserto, abitato dal silenzio ma paradossalmente luogo della parola. Qui il Dio delle consolazioni, che parla al cuore del suo popolo, riconduce Israele per riprendere le fila della storia di salvezza, sogno divino mai schivato. Giovanni chiede la conversione per mostrare che Dio per primo ha convertito il suo sguardo sull’uomo, si è ricordato delle sue promesse, ha allargato la potenza del suo abbraccio. Giovanni ricomincia dal deserto luogo della nudità e dell’addestramento, della fame e della sete, delle domande e delle risposte a volte dilazionate. Non veste la clamide del soldato, ma un abito di peli di cammello, per dire che la sua voce è armata della forza dei semplici, dello sguardo degli amanti, della fame di Dio. Additato come profeta, lascia ad un Altro il primato della Parola, perché il tempo si è fatto breve e Dio è già qui che bussa alla porta del tuo cuore.
Davide Carbonaro