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L'origine del culto

Mercoledì, 17 Luglio 2013 10:43

L’origine del culto di S. Maria in Portico

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santa gallaE’ nel portico di santa Galla, ricca patrizia romana, figlia degli Aureli e dei Simmachi che ha origine il culto di Santa Maria in Portico. Figlia di Aurelio Memmio Simmaco, che alla morte dello sposo preferì servire Cristo e la sua Chiesa, rifiutando ulteriori nozze suggerite dalla giovane età, dalla ricchezza e dai parenti. Il Portico della sua casa divenne un vero luogo di carità dove la memoria di Cristo era venerata nei poveri e nei pellegrini. Galla li serviva personalmente mettendo a loro disposizione le sue ricchezze. Il Portico deve avvennero i fatti dell’apparizione il 17 luglio 524, era situato nella zona oggi compresa tra Monte Savello e il tempio di Portuno (o della dea Fortuna).

Mentre la mensa era imbandita per i poveri, le pareti del portico furono illuminate da un improvviso bagliore. Galla, piena di stupore per l’evento, si recò immediatamente al Palazzo del Laterano per avvertire il papa Giovanni I del prodigioso evento. Subito egli accorse nei pressi del portico con la curia e una moltitudine di folla. Un’antica pergamena che ci trasmette quei fatti, riferisce che il santo pontefice, ammirato dinanzi a quell’evento, pregò l’Altissimo perchè si degnasse di manifestargli il significato di tale prodigio. Apparvero allora due serafini che depositarono nelle sue mani la preziosa icona con la quale benedisse la folla presente e immediatamente la città di Roma fu liberata da una terribile peste che l’affliggeva.

Il primitivo santuario continuò a essere sede di prodigi della Vergine in favore della città di Roma. Il Papa Gregorio Magno invocò il patrocinio della Madre di Dio nell’anno 599 durante una terribile peste e in quella occasione elevò la Chiesa a Diaconia, stabilendovi “la colletta” – il raduno del popolo di Dio – nella stazione quaresimale del martedì santo. Nel 1073 Fu il papa Gregorio VII a risollevare le sorti del piccolo santuario, ormai fatiscente e a consacrare nuovamente la chiesa. La testimonianza di questo evento è rappresentata dal cippo oggi conservato nella Chiesa di S. Galla a Roma, che in un’iscrizione riporta l’evento della consacrazione.

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