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Domenica, 04 Novembre 2018 08:06

Tutti i santi dal Foro Romano al Circo Massimo

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nott1Una lunga processione tra le bellezze di Roma per celebrare la bellezza della vita. Attraverso i luoghi dove sorsero le prime comunità cristiane e dove molti furono condannati al martirio mercoledì 31 ottobre si è svolta la prima processione dei santi. Centinaia le persone che hanno partecipato alla lunga notte di preghiera, canti e meditazioni nel Foro Romano. Ad aprire il lungo corteo il crocifisso di San Damiano portato a turno da alcuni fedeli. A seguire le icone mariane della Salus populi romani, della Madonna del conforto e di santa Maria in Portico considerate tra le più antiche. Poi le effigie di san Pietro, san Paolo, san Luca, san Giuseppe, san Nicola, san Francesco d’Assisi, santa Francesca Romana, dei fondatori dei tanti ordini religiosi presenti. Tanti i fedeli che reggevano l’immagine del santo al quale sono particolarmente legati.
La processione ha toccato quattro tappe diverse, tre nel Foro Romano e una al Palatino. È nata da «un’intuizione spirituale» ha spiegato monsignor Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare del settore Centro che ha guidato la processione, e ha visto la collaborazione di alcuni sacerdoti e della comunità giovanile del centro storico. Il pellegrinaggio si è aperto con la preghiera nello stile di Taizé nella chiesa di Santa Maria Antiqua. Fondata alla metà del VI secolo rappresenta il più antico e il più importante monumento cristiano del Foro Romano ed è uno dei più antichi luoghi di culto cattolico dedicati alla Madonna. Celebrare la memoria liturgica di Tutti i Santi significa «celebrare noi stessi in prospettiva» ha affermato monsignor Ruzza rimarcando che i santi sono un importante punto di riferimento. Affidandosi completamente a Cristo hanno dimostrato che «si può passare attraverso la grande tribolazione e superare ogni avversità e persecuzione» ha aggiunto ricordando che nel vicino Colosseo e nell’area del Circo Massimo «molti cristiani hanno dato la vita agli inizi della Chiesa di Roma perché l’amore di Cristo è stato più forte».
La processione ha preso il via nelle stesseore in cui Asia Bibi, la donna cristiana scagionata dopo otto anni di carcere dalla Corte Suprema del Pakistan dal reato di blasfemia, raggiungeva un luogo sicuro. Ricordando il suo caso durante la preghiera iniziale il vescovo ha sottolineato che ancora tanti altri cristiani «rimangono nell’oppressione». La processione ha poi raggiunto le Fraternità monastiche di Gerusalemme nella chiesa di San Sebastiano, dove sono state recitate le litanie dei santi. Particolarità della preghiera quella di essere stata arricchita non solo con i nomi di molti santi meno noti ma anche dalle caratteristiche di ognuno. Ai piedi dell’altare, illuminate da decine di candele, erano state sistemate, tra le altre, le immagini di santa Teresa del Bambino Gesù, dei Papi Paolo VI e Giovanni XXIII, del beato Charles de Foucauld. Altra tappa nella chiesa di San Bonaventura, affidata ai frati francescani, dove si è svolta l’adorazione della Croce.
La processione con i flambeaux ha infine attraversato e illuminato l’immensa distesa del Circo Massimo per raggiungere la basilica di sant’Anastasia dove il pellegrinaggio si è concluso con l’adorazione eucaristica. Per don Francesco Pesce, parroco di Santa Maria ai Monti, l’evento si è svolto attraverso «uno spazio di santità che ha radici antichissime, in un’area dove esisteva una grande rete di chiese, oratori e cappelle che avevano importanti opere di carità». La nutrita partecipazione da parte dei fedeli per don Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Portico in Campitelli e tra gli organizzatori dell’evento, significa che la città «desidera bellezza e preghiera, ha bisogno di incontrare nuovamente il Vangelo di Gesù di Nazareth perché solo dall’incontro con il Vangelo possiamo trovare una vita più bella».
Di Roberta Pumpo Avvenire Roma Sette
2 novembre 2018
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