“In ogni modo è bene che i nostri parrocchiani si attengano strettamente alle norme igieniche che tutti i giornali hanno pubblicato”. Sono parole molto simili a quelle che sentiamo in questi giorni di pandemia, e sono state pubblicate in un editoriale del Bollettino Parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, nel numero di ottobre del 1918. E’ il parroco P. Giacomo Gazzano OMD (1872-1939) a scriverle. Siamo agli inizi della pandemia di influenza spagnola che si diffuse alla fine del 1918 fino agli anni venti del secolo scorso. Possiamo notare alcune similitudini che animarono il senso pastorale del tempo, come l’uso della buona stampa cattolica, ambito comunicativo che i Pastori cominciarono ad abitare, a partire da figure come il Beato Giacomo Alberione (1884-1971). Su questa stessa linea Padre Gazzano, fu tra i pionieri della stampa parrocchiale. Il “Bollettino” cominciò ad essere prodotto in proprio nei locali parrocchiali: “Tipografia Campitelli” a partire dal 1910. Così scriveva nel decennale della prima edizione: “Fra tanta stampa che travolge le idee e corrompe i cuori abbiamo costantemente (in questi dieci anni ndr) fatto penetrare in tutte le case una buona parola”. Il Bollettino servì soprattutto durante la tragedia  della Prima Guerra Mondiale, a tenere una rete di informazioni dal fronte e di preghiera tra le famiglie della Parrocchia di Campitelli. Questa stessa sollecitudine è segnalata anche nell’espandersi del morbo di spagnola ed è il Bollettino, attraverso la voce del Parroco, a fornire indicazioni sanitarie e spirituali. Possiamo intuire il grave disagio nel quale versavano le famiglie in quel tempo. E’ la Parrocchia ad  intervenire  non solo con delle indicazioni, ma con la fornitura del materiale per la sanificazione delle case e dei luoghi di ricovero, attraverso la sollecitudine delle Dame di Carità, tra le quali la Serva di Dio Maria Marchesi (1890-1962) figlia spirituale di P. Gazzano: “Anche nella nostra Parrocchia segnala- il Parroco di Campitelli- abbiamo diversi casi d’influenza, fortunatamente tutti di forma benigna per cui non vi è motivo di allarmarsi”. Tuttavia, elenca alcuni provvedimenti sanitari quali: “la pulizia nelle abitazioni”, evitando di “depositare immondizia nelle strade e che ciò facciano i bambini”. “Limitare il più possibile il numero delle persone che servono il malato. Tenere in camera un recipiente con soluzione al 2 per mille per immergervi la biancheria. Un’altra soluzione all’1 per mille perché si disinfetti le mani. Lavare la camera dell’ammalato con soluzione di sublimato al 2 per mille”. Inoltre,  “appena uno si sente colto dalla febbre si metta subito a letto e cessata la febbre ci stia ancora uno o due giorni per evitare le ricadute che sono spesso mortali”. Accanto al consiglio sanitario quello spirituale: “Preghiamo il Signore e Santa Maria in Portico, speciale protettrice di Roma nel tempo di guerre e di epidemie pei nostri ammalati e perché Iddio presto voglia liberare Roma, tutta l’Italia e tutto il mondo da questa infermità”. Ed ancora nel Luglio del 1919 in vista della festività liturgica di Santa Maria in Portico, così scriveva P. Gazzano:  “Lo sconvolgimento che è stato prodotto dalla guerra, minaccia di farci passare ancora momenti assai tristi. Perciò i nostri parrocchiani e tutti i devoti di Santa Maria in Portico, che ai piedi di Lei hanno trovato conforto e salvezza negli anni della dura prova, hanno bisogno di ricorrere a questo Porto di sicurezza”.