Celebrata nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma la memoria del 1499° anniversario dell’Apparizione della Madre di Dio al Papa Giovanni I e a Santa Galla. L’Eucarestia è stata presieduta dal Vescovo Vicegerente della Diocesi di Roma Baldo Reina che, durante l’omelia, ha ricordato uno dei titoli che la devozione di Roma riserva alla Madonna: “Porto di sicurezza”. Come hanno fatto i nostri Padri nel passato, continuiamo a rivolgerci a Maria perché ci liberi dal male anche in questo nostro tempo, segnato da tante prove. Tuttavia, afferma don Baldo, occorre che siamo liberi, da una “visione miracolistica” degli eventi, che chiede di  eliminare “la prova” dalla nostra storia. Anche la Chiesa delle origini, come ricorda il libro dell’Apocalisse, ha vissuto un tempo di persecuzioni e di prove. Giovanni propone nel testo ascoltato durante la liturgia, la “visone della Gerusalemme celeste”. Ora questo: “Popolo immerso nella difficoltà, riesce a tirare fuori una visione di Chiesa”.

A volte, prosegue il presule, è “proprio questa visione che spesso manca”. Infatti: “Il tempo della prova, è il tempo che mortifica le visioni e penalizza un orizzonte più ampio”. Mentre i nostri occhi sono presi da ciò che si vive: “non riescono più ad alzare lo sguardo, e sognare quello che Dio già vede per noi”. Non la pie illusioni, ma la percezione di “quello che già siamo e di quello che saremo veramente e perfettamente, quando saremo in Dio. In questo contesto, afferma il Vescovo Baldo: Quando invochiamo Maria Porto di salvezza per Roma e per la Chiesa, non vogliamo affermare di vivere in un mondo ideale, ma desideriamo invocare l’aiuto di Maria: “Perché non venga meno una visone che spesso è mortificata”. Possiamo parlare dei problemi della nostra Città; dell’emergenza sociale, delle tante ingiustizie, del disagio giovanile che è sotto i nostri occhi e nelle pagine della recente cronaca. Dentro questo contesto: “Quale è la visione di Chiesa che abbiamo?”.

L’autore dell’Apocalisse vede la Chiesa nella sua bellezza straordinaria. Davanti a ciò che sperimenta: “non perde l’orizzonte più grande”. La sua visione non stordisce la comunità, non la illude, ma è utilizzata “per la comprensione del vissuto”. Anche noi in questo tempo abbiamo bisogno di chiedere al Signore per intercessione di Maria, di appropriarci della: “Visione bella di Chiesa, senza rughe, gloriosa e perfetta, per interpretare il tempo presente”. “Il porto” , conclude il Vescovo Baldo, non è solo un luogo sicuro e di riparo per le barche, ma anche lo spazio da dove esse ripartono per lidi più grandi e tempestosi. Ed ogni sosta nel porto è necessaria “per riprendere forza”. In questa prospettiva, il Signore ci chiede di abitare questo nostro tempo “nella logica  dell’Incarnazione”. Dunque un tempo “ da non eludere, né condannare, e neanche da pensare sbagliato”. Occorre  starci dentro, non in modo passivo come spettatori, ma “con la passione dei figli di Dio”, “raccontando la visione bella di Chiesa di cui Maria è la prima cellula”.

Qui la Madre del Signore aiuta a comprendere che anche noi, con lei in questa visione di Chiesa: “Ascoltiamo la Parola di Dio e la mettiamo in pratica” e siamo invitati ad essere: “Cristiani di ascolto e coerenza, facendo del Vangelo la regola di vita”. La saggezza materna di Maria: “Ci spinge ad andare avanti verso la vita”. Lei è “Porto di salvezza non solo perché ci custodisce, ma anche perché ci spinge ad abbracciare le sfide di questo tempo”. Con lei e come lei, stando in mezzo alle situazioni più assurde: “Non perdiamo l’orizzonte dell’eternità, pienezza del nostro cuore”.