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Sabato, 14 Settembre 2024 12:28

Sulla buona strada

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E’ tempo di crisi quello che i seguaci di Gesù vivono. Una crisi salutare che fa appello al cuore. Non solo da che parte stare, ma come starci. Le crisi, sono una ripresa del cammino, se accolte come novità che avanza. Ed è proprio sulla strada, ai confini di quelle terre, dove l’umano cerca il sacro, che Gesù chiede di pensare non secondo l’uomo ma secondo Dio, per ritrovare la direzione giusta dell’umano vivere e cercare. Gesù ormai è mischiato tra la gente, ha fatto suoi il dolore umano e la divisione del cuore. In mezzo a questo avanzare che porta dalla periferia al centro, pone la domanda e fornisce i chiarimenti che muoveranno i suoi passi e quelli dei suoi seguaci verso Gerusalemme. Chi sono io? Per noi la risposta è chiara, abbiamo attraversato otto capitoli del Vangelo di Marco che, tra le voci provenienti dall’alto e quelle  dal basso, sappiamo che il Rabbi di Nazareth è il Messia. Mai però questa parola, Messia, cara all’attesa d’Israele e motivo della sua speranza, era affiorata sulle labbra umane. Pietro se ne appropria, raccogliendo i timori, le ansie e le perplessità dei presenti. Egli capisce il senso di quella messianicità trasmessa dalle Scritture, cantata dai Profeti, indirizzata da Elia. Gesù accetta di essere frainteso piuttosto che capito. E aggiunge alla parola Messia altisonante, quella più umile e offerente: Il Figlio dell’uomo. Anche di questa figura avevano parlato i Profeti. Così, Gesù, tutto di un fiato rivela il suo destino: Giudicato, condannato, ucciso, ma risorto. Difficile per quell’uditorio esaltato, capire quelle parole di consegna estrema al potere umano e religioso del tempo. Pietro, d’altro canto, esercita il piccolo potere delle sue parole: non è come dici tu. Gesù percepisce nel tono dell’amico non più quello del testardo pescatore di Galilea, ma quello del suo nemico per eccellenza: Satana! Il Divisore. Ecco come Pietro e noi nell’andare oltre, nello sconfinare, non possiamo da soli. I nostri passi devono seguire quelli di Gesù. Torna al tuo posto, fai il discepolo. La croce la porteria anche tu, ma guardando me, rinuncerai a te, scegliendo me. “Passione” è il tempo futuro del Maestro e dei discepoli. Resurrezione è il confine da attraversare ma non da soli. Capire, come amare, richiede una vita intera e siamo sulla buona strada.

(XXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B)

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